Vaccini, l’Europa litiga sui criteri di distribuzione e le Regioni replicano alle accuse del premier Draghi

Vaccini, l’Europa litiga sui criteri di distribuzione e le Regioni replicano alle accuse del premier Draghi

Vaccini, l’Europa litiga sui criteri di distribuzione e le Regioni replicano alle accuse del premier Draghi


Gli enti locali hanno chiesto e ottenuto un incontro urgente al governo per un ulteriore approfondimento sulla campagna vaccinale. Il nuovo appuntamento si terrà lunedì prossimo. Molti Governatori si sono lamentati per le critiche ricevute in Parlamento

Mantenere le misure restrittive, stringere i tempi sui vaccini, incalzare le case farmaceutiche: queste le prime conclusioni del Consiglio europeo, che però litiga per 10 milioni extra di dosi. L’ostacolo maggiore sta nell’offensiva del cancelliere austriaco Kurz, che contesta il criterio di distribuzione. Litigare per 10 milioni di dosi sembra un dettaglio. E invece è indicativo della temperatura altissima nei rapporti tra i leader europei, tutti sotto stress in patria per una campagna vaccinale ancora troppo lenta nel Vecchio Continente.


La risposta delle Regioni a Draghi

Intanto in Italia le Regioni hanno chiesto e ottenuto un incontro urgente al governo per un ulteriore approfondimento sulla campagna vaccinale. Il vertice si terrà lunedì prossimo. Molti presidenti di regioni, dal presidente del Veneto Zaia ai presidenti di Calabria e Friuli Venezia Giulia, Spirlì e Fedriga, si sono lamentati per le critiche ricevute dal premier Draghi in Parlamento. Comunque, il governo e le regioni hanno messo a punto delle linee di indirizzo sul piano vaccinale condivise. Ci sarà un modello uniforme, però è emersa la necessità di differenziazioni tra grandi e piccoli centri di vaccinazione. È stato stabilito che "i punti vaccinali di grandi dimensioni dovrebbero essere di norma collocati in aree facilmente raggiungibili con i servizi di trasporto pubblico locale o dotati di ampio parcheggio".


I test a scuola

Nel frattempo il lavoro per riportare i più piccoli tra i banchi ovunque e già subito dopo Pasqua non si ferma. Sul tavolo del generale Francesco Paolo Figliuolo finisce la proposta, avanzata dal ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi, di effettuare test anti-Covid periodici su tutta la popolazione studentesca, all'interno degli istituti. È ancora un'ipotesi (e di difficile attuazione), ma il Commissario dovrà valutarne le modalità e sciogliere la riserva nei prossimi giorni. Mentre la campagna di vaccini per il personale scolastico, procede spedita. Al 25 marzo, le somministrazioni (una sola dose) sono 847.623 su circa un milione di lavoratori, tra insegnanti, presidi e personale Ata.


Il duello nel Pd

Intanto Marianna Madia e Debora Serracchiani: è fra questi due nomi che si gioca la partita della capogruppo dem alla Camera, dopo che Graziano Delrio ha messo a disposizione il suo incarico per andare incontro alla necessità di mettere due donne al vertice del partito, così come sottolineato dal segretario Enrico Letta. Una scelta non facile, per la quale servirà ancora qualche giorno. L'assemblea del gruppo tornerà a riunirsi martedì quando sarà seggio elettorale. Fino ad allora continuerà il confronto, alla ricerca della scelta migliore. Debora Serracchiani è Presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio e dovrebbe lasciare l'incarico in caso di elezione. Dall'altra parte c'è Marianna Madia, già Responsabile Innovazione della Segreteria guidata da Nicola Zingaretti.


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