Oliviero Forti a RTL 102.5

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Per l’emergenza immigrazione è intervenuto il responsabile immigrazione della Caritas, Oliviero Forti.Le ultime agenzie parlano dell’avvicinamento al porto di Palermo della nave Sea Watch 4 con a bordo 353 migranti che sono in attesa del trasbordo su una nave quarantena dove ci sono già un centinaio di migranti arrivati in pullman da Porto Empedocle. Si ripropone lo schema che siamo abituati a vedere da diversi anni. L’estate è la stagione dove aumentano gli sbarchi, dove in passato abbiamo avuto esperienze come Mare Nostrum dove era la stessa Marina Italiana che si impegnava nel salvataggio in mare, poi col tempo è stata sostituita dall’Omg. Sappiamo che c’è l’obbligo internazionalmente riconosciuto, di salvare le persone in mare, poi che sia la Marina o l’Omg, questo sta avvenendo. Adesso c’è il problema del coronavirus e per l’esigenza di fare quarantena si è scelta la soluzione delle navi. Bisognerà capire se è la più efficace e la più sostenibile perché è un meccanismo complesso e costoso. Il governo cerca di dare delle risposte complesse ma in sostanza nulla di nuovo. L’alternativa alle navi, a mio avviso, potrebbe essere quella di immaginare Lampedusa, visto che comunque è terra di sbarco, indipendentemente dall’Omg, perché la maggior parte degli sbarchi sono avvenuti in modo autonomo, soprattutto dalla Tunisia, è quella di far diventare l’isola un luogo sicuro di sbarco per queste persone. Il centro come è stato immaginato vent’anni fa non è assolutamente attrezzato ne ha numeri sufficienti per dare delle risposte. Ma c’era tutto il tempo in questi vent’anni per riorganizzarsi ed immaginare qualche cosa di diverso. Questo non è stato fatto e siamo in estremo ritardo e quindi gli spot sono sempre di sapore emergenziale. Si propongono ricette già conosciute e criticate che però si è costretti a ripresentare perché no si è immaginato nulla di diverso. Sono anni che i governi europei promettono delle soluzioni comuni su questo tema, ma poi il nostro paese si trova a litigare ad ogni emergenza. Questo è un aspetto cruciale rispetto al quale non sono particolarmente fiducioso perché anche per questo si è tanto discusso negli anni immaginando soluzioni tampone, ma mai avendo il coraggio di fronte a questa sfida uniti e con delle soluzioni condivise. La ricollocazione di persone che sbarcano in Italia in tempi molto brevi verso altri paesi non ha mai funzionato e quando ci si prova, ci sono dei tempi Biblici. Passano mesi prima che le persone sappiano qual’è la prossima destinazione in altri paesi europei e quindi o decidono di allontanarsi autonomamente, o addirittura abbiamo dei rifiuti netti da parte di alcuni paesi come quelli dell’est Europa, che non vogliono prendere parte a questo meccanismo. Manca realmente la volontà politica e senza quella non si andrà molto lontanoAll’interno di Non Stop News, con Barbara Sala, Enrico Galletti  e Luigi Santarelli.