200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, era in esilio sull'isola di Sant'Elena, nell'Oceano Atlantico

200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, era in esilio sull'isola di Sant'Elena, nell'Oceano Atlantico

200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, era in esilio sull'isola di Sant'Elena, nell'Oceano Atlantico


05 maggio 2021, ore 08:00 , agg. alle 10:55

La notizia della morte venne diffusa da un quotidiano inglese, ma solamente due mesi dopo la morte, alla vicenda Alessandro Manzoni dedicò la famosa lirica 5 Maggio

Nel 1821 non era facile trovare notizie. È diventava anche più complicato se provenivano da un’isola. Il 5 maggio 1821 Napoleone Bonaparte muore in esilio sull'isola di Sant'Elena. A fare lo scoop è il giornale inglese The Statesman, ma pensate, ne scrisse solo nell'edizione del 4 luglio 1821, cioè due mesi dopo l'evento. Da qui, la notizia si diffonde in tutta Europa: l'11 luglio a Parigi, il 13 a Vienna, il 16 a Milano, il 19 a Torino e così via. I tempi dell’informazione erano molti diversi rispetto alla nostra epoca, i mezzi di comunicazione di cui disponiamo oggi non erano ancora stati inventati. La clamorosa notizia fu accolta persino con una certa sufficienza, sia in Inghilterra sia a Parigi.

Bonaparte, vita e morte da isolano

Il 15 agosto del 1769 il futuro imperatore della Francia nacque ad Aiaccio, in Corsica. Dopo la sua affermazione come politico, generale, condottiero della Francia, Napoleone conobbe il primo esilio all’isola d’Elba, dopo aver abdicato, non distante dai luoghi dove ebbe i natali. Era il 1814, ma dopo qualche mese fugge, con il favore di suoi fedeli soldati, e torna in trionfo a Parigi. Poi il destino gli riserva Sant'Elena, uno scoglio, o poco più, in mezzo all'Oceano Atlantico, che lo accoglie ormai definitivamente sconfitto dopo la battaglia di Waterloo. Lì dove morirà per una malattia il 5 maggio del 1821.

Il declino, spiegato nel suo memoriale

In quelle pagine Napoleone racconta come un uomo che aveva ottenuto tutto, raccolto vittorie e trionfi, affrontava la disfatta, l’ultimo colpo di coda, poi la fine. Senza speranza, senza nemmeno avere la volontà di uscire dalla casa dove era confinato, che descriveva così brutta, da non poter immaginare che in Inghilterra ce ne potesse essere una più brutta. Erano quattro stanze, mal disposte e costruite, che lo fecero ammalare. Le cause della morte sono state lungamente ricercate e dibattute, perché Napoleone aveva sofferto di molte patologie. Uno studio condotto da ricercatori svizzeri, canadesi e americani, si è concluso con l’affermazione che il decesso fu provocato da un cancro allo stomaco.

Ei fu siccome immobile

Vi abbiamo già descritto come la notizia della morte di Napoleone si sia diffusa lentamente. In Italia, Alessandro Manzoni l’apprende dalle colonne della «Gazzetta di Milano» del 17 luglio 1821. Di getto nasce una delle liriche più fa famose della nostra letteratura. Manzoni aveva già espresso il suo parere su Napoleone, ed in generale su chi dominava popoli diversi dal suo, con la forza delle armi. Ne aveva scritto in Marzo 1821. Nel 5 Maggio c’è comunque un implicito riconoscimento, una glorificazione di un uomo che aveva inciso profondamente sul suo tempo. La notizia lo colpì, anche più di quanto ne furono toccati molti francesi, che ormai avevano voltato pagina. Insomma, con una divagazione, con una precisazione necessaria, visti i tempi che corrono, il 5 maggio non è solo una data infausta per i tifosi dell’Inter. I nerazzurri, in queste ore euforici per lo scudetto numero 19, il 5 maggio del 2002 ne persero incredibilmente uno che sembrava già vinto, perdendo con la Lazio all’Olimpico.

Napoleone discusso, anche insultato in patria

In Francia, all'epoca, dopo i cambiamenti politici, su Napoleone c’erano opinioni diverse, come nei giorni che hanno preceduto i 200 anni dalla morte. La Rèpublique del 2021 è giunta a mettere in discussione le celebrazioni. Per le furiose polemiche è stato costretto a intervenire il presidente Emmanuel Macron per mettere fine a contrasti che minacciavano, complice la pandemia , di far saltare tutte le celebrazioni napoleoniche. L’imperatore per una buona parte dell’opinione pubblica francese , attraversata dalle spinte politicamente corrette, era razzista, sessista, misogino, schiavista, anche suprematista bianco, guerrafondaio e molto altro. Dei suoi meriti e demeriti si discute e si discuterà. Ma è indubbio che Napoleone occupa un posto rilevante nella storia, naturalmente non solo quella francese.


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