4/3/1943, oggi Lucio Dalla avrebbe compiuto 81 anni

4/3/1943, oggi Lucio Dalla avrebbe compiuto 81 anni

4/3/1943, oggi Lucio Dalla avrebbe compiuto 81 anni   Photo Credit: agenziafotogramma.it


04 marzo 2024, ore 16:45 , agg. alle 17:10

Sempre pronto a raccontare e a immaginare una realtà Futura, Lucio Dalla oggi avrebbe compiuto 81 anni

Compositore, cantautore, polistrumentista, provocatore. Era il 1971 quando l’allora ventottenne Lucio Dalla si presentò al Festival di Sanremo, nell’edizione vinta da Nada e Nicola di Bari, con “4/3/1943”. Non era stata sua l’idea di intitolare la canzone come la data del suo compleanno: l’intuizione fu di Ruggero Cini, direttore d’orchestra in quell’edizione della kermesse. Una scelta obbligata, impostagli dalla censura che non accettò il titolo originario del brano “Gesubambino”, insieme ad alcune parti del testo tacciate di blasfemia, come la “e anche adesso che bestemmio e bevo vino, per ladri e puttane sono Gesù Bambino” diventata “e ancora adesso che gioco a carte e bevo vino, per la gente del porto mi chiamo Gesù Bambino”. Oggi Dalla avrebbe compiuto 81 anni.

LE COLLABORAZIONI CON I GRANDI

Autodidatta, con un esordio da jazzista e un futuro da cantastorie. Da subito collabora con i più Grandi, primo tra tutti il trombettista statunitense Chet Baker. Nel 1966 poi l’abbinamento sanremese con gli Yardbirds - la band che avviò la carriera di Eric Clapton, Jeff Beck e Jimmy Page – che proporranno nel corso della kermesse la loro interpretazione della “Pafff… bum!” di Dalla. Solo l’anno dopo, tornato nella città dei Fiori, la sua esperienza al Festival sarà drammaticamente diversa: prese la camera d’albergo vicina a quella di Luigi Tenco, i due avevano stretto amicizia lavorando insieme. Dalla fu tra i primi a ritrovarne il cadavere. Cresciuto sulle ginocchia del poco più grande Renzo Arbore mentre aspettavano le rispettive madri, una sarta e l’altra cliente, nel corso della sua carriera ha stretto sodalizi artistici con i giganti della musica italiana, primo tra tutti Gino Paoli, che gli regalò una carriera da solista, ma anche Morandi, Guccini, Mina, Ornella Vanoni e Pavarotti. Gli capitò anche di giocare a flipper con Andy Warhol, senza avere la minima idea di chi fosse, lodando anzi le sue abilità di giocatore, nelle notti in cui si era ritagliato una dimora nello scantinato romano di Sergio Bardotti, autore dei suoi primi brani. “È la notte dei miracoli, fai attenzione, qualcuno nei vicoli di Roma ha scritto una canzone”, scriverà anni dopo.

LUCIO DALLA, FUTURA E LA GUERRA FREDDA

Sempre pronto a raccontare e a immaginare una realtà “Futura”. Lo fece anche in piena guerra fredda, quando davanti al Muro di Berlino immaginò i dialoghi di due innamorati nella città divisa da 155 km di cemento. Scrisse la canzone l’anno prima, quando chiese a un tassista berlinese di condurlo a Checkpoint Charlie: seduto su una panchina, in compagnia di taccuino e sigaretta, assemblò il brano che chiuse “Dalla”, il nono album del cantautore. Quella sera del 1979 anche Phil Collins, in città per un concerto dei Genesis, condivise la stessa esigenza del musicista bolognese: Dalla lo vide scendere da un taxi, ma non lo volle disturbare.



L'EPILOGO IL 1 MARZO 2012

Buonanotte, anima mia. Adesso spengo la luce e così sia”, recitano gli ultimi versi di “Cara”, per sempre incastonati nel bronzo dell’epitaffio bolognese di Lucio Dalla. Scomparse tre giorni prima del suo 69esimo compleanno, il 1 marzo di dodici anni fa. Chi lo ha conosciuto scherzava sulla capacità di Dalla di prevedere il futuro, un po’ poeta un po’ stregone. E così in quella canzone del 1980 descrisse l’ultimo panorama della sua vita, “lontano si ferma un treno / ma che bella mattina / il cielo è sereno”, lo stesso che 32 anni dopo vide affacciandosi dall’albergo di Montreux dove trovò la morte la mattina dopo un suo concerto.


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