Addio a Stefano D'Orazio, batterista e anima strategica dei Pooh, uomo dagli slanci nobili e istintivi

Addio a Stefano D'Orazio, batterista e anima strategica dei Pooh, uomo dagli slanci nobili e istintivi

Addio a Stefano D'Orazio, batterista e anima strategica dei Pooh, uomo dagli slanci nobili e istintivi


07 novembre 2020, ore 13:25

Se n’è andato un professionista scrupoloso della musica come ce ne sono pochi, un uomo che sapeva sorridere e far sorridere, l’autore di Rinascerò rinascerai che dopo i Pooh ha siglato musical di successo. Una vita divisa tra il successo e la capacità di sdrammatizzare anche i momenti più difficili

Stefano D’Orazio se n’è andato in silenzio la sera di un venerdì dell’era Covid. Roma semideserta, pochi viandanti lungo Via del Corso, le saracinesche dei negozi abbassate, qualche taxi che frettolosamente passa nel silenzio cupo e spettrale del centro. E poi a casa a celebrare il rito dei bollettini di guerra comunicati dai telegiornali. Uno sguardo al cellulare, ai social, Ed ecco, nel fiume dei post di giornata, uno squarcio. Lo fende Bobo Craxi: “Stefano, amico mio, suona e scrivi anche lassù”. Chi? Stefano D’Orazio dei Pooh? Il cuore incomincia a battere all’impazzata, un nodo stringe la gola.

No, non può essere lui

No, non può essere lui. Pochi minuti e il tam tam di Facebook e Instagram diffonde il messaggio che mai avremmo voluto leggere. Squilla il telefonino: una, due, cento telefonate. Siamo tutti increduli, siamo tutti storditi. Stefano faceva parte di noi, della nostra vita migliore. Chiamo Varis Casini, suo braccio destro nelle attività del musicista, una volta appese le bacchette della batteria al chiodo. “Era ricoverato da una settimana. Sono sempre stato in contatto con Red, Robi e Dodi. Hanno preferito adottare la strategia del silenzio. E sembrava che le cose stessero andando meglio. Nel pomeriggio, c’era un miglioramento. Ma tra le 8 e le nove della sera, la notizia”.

Un'amicizia lunga una vita

Conosco Stefano dal 1975. L’ultima volta ci siamo visti un anno fa nel suo ufficio a Roma, zona Viale Mazzini, a due passi dalla Rai. Facciamo progetti, l’idea di tenere serate a raccontare gli anni dei Pooh contrappuntate dai suoi aneddoti che facevano sbellicare dalle risate, dai nostri ricordi di una vita. Io che gli parlo di un’idea di uno spettacolo teatrale, di un libro, di un film. E poi via alle nostre confidenze personali, ai nostri mille pensieri. La sera, alla Libreria Feltrinelli in centro a Roma a presentare il mio libro dedicato a Sergio Leone. E lui che arriva con la moglie Tiziana e si siede tra la gente a dimostrare che c’è un’amicizia oltre i Pooh, oltre gli incroci delle nostre rispettive professioni.

Il motore fantasioso della macchina Pooh

Stefano era l’eminenza grigia dei Pooh, l’anima di una macchina perfetta. Ogni meccanismo era sotto il suo controllo, ogni operazione legata alla vita del più popolare gruppo italiano era stabilita con il suo apporto strategico fondamentale, indispensabile per far funzionare un motore così complesso che non ha mai perso colpi in 50 anni di vita. La sua forza era saper rendere lievi le incombenze imposte dal successo. Sapeva sdrammatizzare, sapeva sorridere e far sorridere. Aveva idee spiazzanti. I Pooh hanno bisogno di un raggio laser per le loro scenografie? Stefano lo trovava. "Sì ma come lo facciamo vibrare? Semplice, lo colleghiamo a un vibratore di quelli che molte donne portano in borsetta". E il gioco funzionava. Eccome se funzionava. Aveva un cuore grande, capace di slanci istintivi e generosi.

I musical e "Rinascerò, rinascerai"

Lasciata la vita rutilante dei quattro si è messo a lavorare su progetti complessi e articolati: i musical e a coltivare la sua naturale propensione nello scrivere testi. “Rinascerò rinascerai” l’ha composta in poche ore ricostituendo con Robi Facchinetti l’anima stilistica dei Pooh. Da popstar ha avuto molte donne e due grandi amori: Lena Biolcati e Emanuela Folliero. Poi alla tenera età di 69 anni si è sposato con Tiziana, la donna della sua vita, elegante, discreta. Aveva un esercito di amici che gli volevano bene. Anni fa organizzava nella sua villa all’Infernetto alla periferia di Roma delle serate che ti sfinivano dalle risate, dalle sorprese, dai colpi di scena. Questo era Stefano D’Orazio, un uomo dalla grande nobiltà d’animo. Ci mancherà da morire.


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