Addio ad Arnaldo Pomodoro. Nelle sue sculture tutta la complessità del contemporaneo

Addio ad Arnaldo Pomodoro. Nelle sue sculture tutta la complessità del contemporaneo Photo Credit: agenziafotogramma.it
23 giugno 2025, ore 10:25
L’artista si è spento nella sua casa di Milano alla vigilia dei 99 anni
Il mondo dell’arte dice addio a uno dei suoi protagonisti più iconici. Un personaggio che ha stravolto il concetto stesso di scultura, ibridandolo con l’architettura e la complessità dell’uomo moderno. Arnaldo Pomodoro si è spento ieri sera, domenica 22 giugno, nella sua casa di Milano. Avrebbe compiuto 99 anni proprio oggi. A comunicare la sua morte, la Fondazione che porta il suo nome con un comunicato: "Con la scomparsa di Arnaldo Pomodoro il mondo dell'arte perde una delle sue voci più autorevoli, lucide e visionarie. Il Maestro lascia un'eredità immensa, non solo per la forza della sua opera, riconosciuta a livello internazionale, ma anche per la coerenza e l'intensità del suo pensiero, capace di guardare al futuro con instancabile energia creativa".
L’artista
Pomodoro nasce in provincia di Rimini, a Morciano di Romagna, il 23 giugno 1926. In un primo momento studia per diventare geometra, acquisendo dimestichezza con le forme che, più tardi, sarebbero state alla base del suo lavoro di artista. Strutture semplici elevate a forme esistenziali capaci di rappresentare l’animo dell’essere umano moderno, intricato e alle prese con una complessità mai rilevata prima. Terminati gli studi si approccia al mondo dell’oreficeria e della scenografia, fondando – insieme al fratello Giorgio “Giò” Pomodoro (1930-2002) e Giorgio Perfetti (1932 – 1961) – il gruppo 3P. Insieme volevano proporre un nuovo approccio all’arte orafa, combinando artigianato e invenzione. Nel 1954 si trasferisce a Milano, dando ufficialmente il via alla propria carriera di artista ed eleggendo la città meneghina a suo laboratorio creativo dove trascorrerà tutto il resto della sua vita.
Nella sua prima fase di creazione artistica più pura si dedica soprattutto agli altorilievi adornati da scritture cuneiformi e arcaiche. Pomodoro definirà questa espressione “una scrittura del tempo”. Sarà a partire dagli anni 60 che si dedicherà alle sue celebri forme geometriche solide in bronzo, piombo, stagno e cemento, proponendo la dialettica tra superfici esterne levigate e lisce e interni disordinati, tecnici e organici. Delle vere e proprie “macchine mitologiche”, come le chiamava lui stesso.
La produzione artistica di Pomodoro è immensa e disseminata in tutto il mondo. Le sue opere pubbliche sono presenti, ad esempio, a Roma, Milano, Copenaghen, Brisbane, Dublino, New York, Parigi, Los Angeles e Darmstadt. Tra le sue opere più iconiche: "Colonna del viaggiatore" (1962), opera pionieristica nella scultura volumetrica; "Disco Solare" (1991), donato alla Russia e collocato a Mosca durante il disgelo post-sovietico; "Papyrus" (1992) a Darmstadt, in Germania; "Lancia di Luce" (1995), obelisco in acciaio e rame a Terni; il portale bronzeo del Duomo di Cefalù (1998); gli arredi sacri nella chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, in collaborazione con l'archistar Renzo Piano.
La poetica
Arnaldo Pomodoro si ritrova a fare i conti con un momento cruciale per tutte le arti, non solo quelle figurative. A inizio novecento la scultura, la pittura la letteratura, la musica, il cinema, ecc… si trovano a fare i conti con una serie di accadimenti storici (si pensi alla fine dei grandi imperi, alla Grande Guerra…) e di nuovi modi di interpretare l’esperienza umana (la psicoanalisi, su tutte) che portano gli intellettuali a elaborare metodi lontani dalla semplice mimesi del reale, interrogandosi su come restituire una complessità difficile anche solo da immaginare. Pomodoro usa la materia e la sua formazione da geometra per rispondere a questa sfida: nelle sue opere le forme geometriche, fatte di superfici semplici, lisce e rassicuranti (sfere, dischi, cilindri) vengono rotte, scomposte, fratturate per rivelare – attraverso le crepe – un mondo (l’interiorità umana) nascosto e assolutamente imprevisto, meccanico e frastagliato. Saranno soprattutto le sue Sfere a diventare celebri tanto in Italia quanto all'estero (arrivando al Trinity College di Dublino, nei Musei Vaticani, alle Nazioni Unite di New York).
L’arte spaziale
Nel corso degli anni Pomodoro estende la propria concezione di arte, facendo evolvere la propria attività di rappresentazione del contemporaneo dagli oggetti agli spazi. Già dagli anni 60, infatti, la sua opera può essere definita come un’arte ambientale. Lo scultore si ritrova a creare vere e proprie installazioni concepite per essere “attraversate” dagli spettatori. Chi fruisce dell’arte deve fisicamente entrarci dentro. Non a caso, una delle sue opere più iconiche in questo senso porta il titolo “Ingresso nel labirinto”. Opere da abitare esteticamente, culturalmente e spiritualmente grazie alla fusione tra arte e architettura.