Aerei, low cost e l’evoluzione di un fenomeno

Aerei, low cost e l’evoluzione di un fenomeno

Aerei, low cost e l’evoluzione di un fenomeno


29 settembre 2017, ore 20:09

Il Punto su RTL 102.5 di Fulvio Giuliani

Scena: interno redazione, RTL 102.5, quindici anni fa. Faccio notare a un collega e amico - grande utilizzatore e fan di Alitalia - che il modello di business dell'allora compagnia di bandiera è palesemente arcaico e fallimentare, mentre il nascente fenomeno low cost avrebbe presto rivoluzionato il mondo del trasporto aereo. Risatina…
In questi quindici anni molto è accaduto e molto meno si ride di veri e propri colossi dell'aria, come Ryanair o EasyJet, mentre Alitalia è l'imbarazzo che tutti conosciamo. Soprattutto, un'intera generazione di ragazzi e meno giovani ha imparato a volare e a scoprire angoli d'Europa, di cui prima manco si sospettava l'attrattività turistica. Una rivoluzione, goduta da moltissimi e subita da pochi (privilegiati e addormentati). Oggi, il disastro operativo e d'immagine di Ryanair ha curiosamente ridato fiato a una schiera di tromboni. Che la compagnia irlandese abbia tirato la corda, con i propri dipendenti, autorità locali ed europee, in definitiva con i propri clienti è lampante e indiscutibile. Ne sta pagando il prezzo e continuerà a farlo, se non saprà reinventarsi, rifacendosi soprattutto un'immagine in tempi rapidissimi.

Nell'era delle decisioni a portata di click, il problema non è cancellare qualche migliaia di voli, ma le centinaia di migliaia di passeggeri che potrebbero rapidamente prenotare con altre compagnie. Questi, però, sono affari di Ryanair. Staremo a vedere e giudicheremo. Quello che non è accettabile è l'aria tronfia dei tromboni di cui sopra, secondo cui un intero modello sarebbe fallito o in procinto di. Basta dare un'occhiata agli editoriali di molti quotidiani: è tutto un darsi di gomito fra vecchi arnesi, sospesi fra eterne nostalgie se non del comunismo, almeno delle care, vecchie rigidità di una volta. Quando a volare erano solo loro, privilegiati e a conto spese dei loro giornali e gli altri prendevano il treno (lento, mica Alta Velocità) o se ne stavano a casa, a farsi rimbecillire dai loro contorti pensieri.

Vorrei tranquillizzarli: il mercato regolamentato funziona e continuerà a funzionare. Se Ryanair non saprà rinnovarsi, non ce ne staremo a casa, ma voleremo con altri. Magari anche con quelle compagnie tradizionali, che un tempo ci facevano pagare l'impossibile il Roma-Milano e oggi ci inseguono con offerte mirabolanti. Se Ryanair andrà in crisi, altri occuperanno i loro spazi, facendo magari tesoro degli errori e correggendoli. Perché il mercato funziona così: risponde a un'esigenza e si alimenta di concorrenza. Parola odiatissima dai tromboni, perché in grado di smascherare il loro bluff. La concorrenza, unita alle regole (ringraziamo l'Unione Europea per questo!), obbliga gli attori in campo a pianificare una strategia, strutturarsi e reagire alle novità. Tutto ciò che le elefantiache strutture statali o i mostruosi ibridi, come le partecipate che (non) gestiscono i trasporti pubblici locali, odiano. Perché serve gente capace e coraggiosa, non imbucati, trombati e tromboni.