Allarme di Confcommercio: troppi negozi italiani chiudono, rischiamo di avere città fantasma

Allarme di Confcommercio: troppi negozi italiani chiudono, rischiamo di avere città fantasma

Allarme di Confcommercio: troppi negozi italiani chiudono, rischiamo di avere città fantasma   Photo Credit: Foto: Ansa/Luca Zennato


15 novembre 2025, ore 12:29 , agg. alle 13:37

Sono sparite 140mila attività negli ultimi 12 anni. Senza interventi, entro il 2035, chiuderà un negozio su cinque

I negozi italiani afferma Confcommercio, numeri alla mano, continuano sempre più a chiudere i battenti. Negli ultimi dodici anni nel nostro Paese oltre 140mila attività di commercio al dettaglio hanno definitivamente abbassato le serrande, con cali particolarmente alti nei centri storici e nei piccoli comuni. E le previsioni per il futuro non sono rosee: potrebbero andare perse entro 10 anni, 114mila imprese al dettaglio, in pratica un negozio su 5. Senza nuove ed efficaci politiche di rigenerazione urbana, politiche fiscali più eque e senza interventi per riutilizzare gli oltre 105mila negozi sfitti entro il 2035 rischiamo di avere delle vere e proprie città fantasma, ha affermato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.

L'ALLARME

In dettaglio nel 2024 si contano in Italia oltre 534mila imprese del commercio al dettaglio, di cui circa 434mila in sede fissa, quasi 71mila ambulanti e 30mila appartenenti ad altre forme di commercio (internet, vendita per corrispondenza, etc.). Il confronto con il 2012 evidenzia la scomparsa di quasi 118mila imprese del commercio al dettaglio in sede fissa e di circa 23mila attività ambulanti, per una riduzione totale di oltre 140mila unità, risultato di un eccesso di chiusure rispetto alle aperture. Per quanto riguarda il commercio al dettaglio in sede fissa, le contrazioni più rilevanti si registrano nei seguenti comparti: distributori di carburante (-42,2%), articoli culturali e ricreativi (-34,5%), commercio non specializzato ( 34,2%), mobili e ferramenta (-26,7%), abbigliamento e calzature ( 25%).

I DATI SU ALLOGGIO E RISTORAZIONE

Nota positiva i ristoranti, trainati dal turismo in 12 anni segnano +17%, contrazione invece per gli alberghi -9,5% mentre salgono del 92% B&B, affittacamere, case vacanza. Quest'ultimo sviluppo molto alto è oggetto di avviso da parte di Confcommercio: se da un lato, intercetta nuova domanda e sostiene l'economia urbana; dall'altro, se non governato, può alimentare tensioni sociali presso la comunità che popola la destinazione.


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