Aperture: gli artisti alzano la voce e avanzano proposte, i social pieni delle loro richieste

Aperture: gli artisti alzano la voce e avanzano proposte, i social pieni delle loro richieste

Aperture: gli artisti alzano la voce e avanzano proposte, i social pieni delle loro richieste


30 settembre 2021, ore 11:40

Le voci che cullano le nostre giornate, le voci che ci entusiasmano, le voci che ci emozionano; le stesse voci che ultimamente avanzano, nei social, impellenti richieste di ascolto, di risposte, e di decisioni dicono: “Lasciate le briciole al nostro settore”

Un'altra estate “atipica” è passata, eppure, camminando per le strade, la situazione non sembrerebbe tanto lontana dal 2019. Non si può dire lo stesso entrando ad un concerto, che, tra norme e distanziamenti, ci trasmette una sensazione nettamente diversa da quella a cui eravamo abituati prima della pandemia. Le sedie ordinatamente disposte, le file, la sicurezza. Questo scenario, in tutto il suo ordine e rigore, ci spiazza un po'. Il concerto inizia, e spesso, tra gli spettatori, l’impulso di muoversi è troppo forte, e, proprio in quel momento, la sicurezza è costretta ad intervenire. Ma come appare tutto questo da sopra un palco?

Molti artisti, nonostante i limiti, si sono esibiti, ma non si può fingere che la situazione sia stata soddisfacente e questo è stato molto chiaro nei social. Il loro, più che un semplice esprimersi, è stato uno sbottare istintivo, come di un bambino i cui bisogni primari sono continuamente insoddisfatti. Uno dei più attivi nella vicenda è stato l’artista Cosmo, che, nell’esprimere eloquentemente pensieri e soluzioni in un suo post su Instagram, ribadisce: “Ero convinto che non fosse necessario, ero convinto che le cose si sarebbero sistemate, inesorabilmente”. Avanza, poi, una coraggiosa proposta: si offre per sperimentare la presenza al 100% con green pass, format già sperimentato in altri Stati, e fornisce uno spettro molto chiaro della situazione, dagli occhi di chi la subisce , fornendo soluzioni. Le sue proposte scaturiscono un grande movimento sui social, dove tantissimi lavoratori del settore, artisti, ricondividono i suoi post di “denuncia”, ed aggiungono qualcosa, presi dallo stesso sentimento che ha mosso l’autore. Sono tantissimi i sostenitori, da Elisa a Fedez, dal produttore Greg Willen a Mahmood, Salmo, Calcutta, ed ognuno di loro ha qualcosa da dire, qualcosa che non può essere taciuto.

Molti si sono esibiti lo stesso 

Alcuni, nonostante le norme, hanno deciso di portare avanti un tour, seppure con meno capienza. Un gran regalo per i fan, che hanno potuto vivere, dopo anni, il surrogato di un’esperienza così forte come lo è un concerto. I concerti “militarizzati”, però, hanno destato in coloro che li hanno vissuti, un retrogusto amaro. Gli artisti internazionali, infatti, stanno promuovendo i loro progetti con tour mondiali, ed i video sono molti, plateali e quasi commoventi. Eppure, tra le tappe, quella italiana è quasi sempre assente. Le parole di Cosmo: “Si trascura quanto possa essere frustrante vedere i colleghi di tutto il mondo lavorare a pieno regime”.

Eppure la musica non si è mai fermata

Si parla di norme, si parla di leggi, di virus, eppure le voci, le note, non ci hanno mai abbandonato. Quando le mura di casa erano il nostro piccolo mondo, durante la riapertura, durante l’incertezza.

Gli artisti, dall’inizio della pandemia ad ora, hanno continuamente fatto uscire progetti, molti dei quali hanno cambiato inesorabilmente la musica, gli stili, le mode, eppure non sono mai stati vissuti dal vivo. Ma se è vero che la musica è uno scambio di energie tra fan e artisti, qui lo scambio è unidirezionale, il flusso non ha ritorno, e sorge spontanea la domanda: cosa stiamo dando a loro?


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