Bari, don Antonio Ruccia e il tecnico elettricista sono stati rinviati a giudizio per la morte del bimbo lasciato nella culla termica della parrocchia

Bari, don Antonio Ruccia e il tecnico elettricista sono stati rinviati a giudizio per la morte del bimbo lasciato nella culla termica della parrocchia

Bari, don Antonio Ruccia e il tecnico elettricista sono stati rinviati a giudizio per la morte del bimbo lasciato nella culla termica della parrocchia   Photo Credit: Foto: Ansa/Donan


13 novembre 2025, ore 19:02

Secondo il giudice per le udienze preliminari del Tribunale del capoluogo pugliese 'fu omicidio colposo'. Prima udienza a febbraio 2026

Andrà a processo per omicidio colposo don Antonio Ruccia, parroco della chiesa di San Giovanni Battista di Bari per la vicenda del neonato morto di freddo nella culla termica, all’esterno della parrocchia. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale del capoluogo pugliese, Ilaria Casu, ha rinviato a giudizio il sacerdote, inoltre ha respinto la (seconda) richiesta di patteggiamento di don Antonio Ruccia a un anno, definendola non congrua. Alla sbarra, con la stessa accusa, anche Vincenzo Nanocchio il tecnico elettricista. Secondo gli accertamenti il 2 gennaio scorso tutto andò storto. il 'tappetino' che avrebbe dovuto rilevare il peso del piccolo non fece partire l’allarme sul telefonino del prete. E dal condizionatore, che avrebbe dovuto riscaldare la stanza, a causa di una perdita di gas venne fuori aria fredda. Il neonato morì per ipotermia. La prima udienza si terrà il prossimo 5 febbraio.

LA VICENDA 

Quella culla, come tantissime altre in ogni parte d'Italia, doveva accogliere e proteggere il neonato. Quella stessa culla, che nel 2020 e nel 2023 consentì di salvare due neonati, stavolta non ha funzionato. Il piccolo fu trovato il 2 gennaio scorso dal titolare di un'impresa funebre che si trovava in chiesa per un funerale. La morte avvenne per ipotermina perchè, secondo l'accusa, la culla non era dotata di adeguate misure che consentissero di allertare i soccorsi. Secondo gli accertamenti tecnici compiuti, infatti, il sistema, che avrebbe dovuto far partire una chiamata al cellulare del parroco e attivare il sistema di riscaldamento della culla una volta rilevato il peso del bimbo, non funzionò. Dopo il ritrovamento, e la commozione che aveva preso la città, il piccolo era stato chiamato 'Angelo' dal sindaco.


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