Buon compleanno Euro, la moneta unica compie 20 anni, una storia lunga e controversa con forti radici italiane

Buon compleanno Euro, la moneta unica compie 20 anni, una storia lunga e controversa con forti radici italiane

Buon compleanno Euro, la moneta unica compie 20 anni, una storia lunga e controversa con forti radici italiane


31 dicembre 2021, ore 10:00

I primi euro spesi in Italia, a Napoli, allo storico Caffè Gambrinus dall'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che insieme a Romano Prodi, fu alfiere della divisa unica europea

Romano Prodi spende i primi euro a Vienna e Ciampi a Napoli

La divisa Ue inizia a circolare il primo gennaio del 2002:  l'ora X scatta alla mezzanotte del 31 dicembre 2001 e la moneta unica entra nelle tasche degli europei . In un bagno di folla e tra gli scoppi dei mortaretti di Capodanno, l'allora presidente della Commissione europea, Romano Prodi  ne dà l'avvio simbolico da Vienna comprando subito dopo lo scoccare della mezzanotte un gran mazzo di rose per sua moglie e pagandolo in euro. Il giorno dopo, il primo gennaio del 2002, l'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in vacanza a Napoli per qualche giorno di relax, spese di buon mattino i suoi primi euro. Un euro e 54 centesimi per l'esattezza, per pagare il caffe' per sé e sua moglie Franca nello storico caffè Gambrinus di piazza Trieste e Trento.


I Paesi europei vararono l'euro in ordine sparso

I primi popoli europei a passare all'euro quale unico mezzo di pagamento - si era stabilito di concedere due mesi di doppia circolazione per favorire la dimestichezza con le nuove banconote e monete - sono gli olandesi alla mezzanotte del 28 gennaio, seguiti dagli irlandesi il 9 febbraio e dai francesi il 17 febbraio. Controverso il caso della Germania. I rigorosi tedeschi in teoria avrebbero voluto disfarsi del loro amato marco in una sola notte, quella di Capodanno, evitando qualsiasi periodo di doppia circolazione con l'euro, una missione impossibile. La lira termina il suo corso legale il 28 febbraio ma già dalla prima settimana di gennaio, contraddicendo le fosche aspettative dei critici, il 95% degli acquisti degli europei avviene in euro. Poi una navigazione più o meno tranquilla fino al 2008 quando la crisi finanziaria globale minaccia la moneta unica dalle fondamenta: la mancanza di un governo comune dell'Unione appare subito il suo tallone d'Achille su cui inizia a puntare la speculazione, prima mettendo in ginocchio il debito sovrano della Grecia nel 2010, poi puntando al cuore del sistema, i debiti dei 'Piigs', Portogallo, Irlanda, Spagna, oltre ad Atene e soprattutto l'Italia, il boccone più grande.

La crisi italiana del 2011

Il 2011 è l'anno della corsa dello spread italiano rispetto ai solidissimi Bund tedeschi. In agosto, si arriva alla lettera della Bce con cui si intima a Roma di mettere in atto alcune misure. Lo spread sale fino a toccare i 574 punti il 9 novembre, quando alla guida del governo è Silvio Berlusconi. Ne consegue la crisi di governo con l'arrivo di Monti per la messa in sicurezza dei conti italiani. Ma il salvataggio definitivo e perentorio dell'euro arriva il 26 luglio del 2012, con la celebre frase "whatever it takes to preserve euro", pronunciata a Londra dal presidente della Bce, Mario Draghi, succeduto a Trichet nel novembre precedente, con i mercati in pieno panico. Da allora la speculazione rallenta fino a rientrare e lasciare spazio ad un dibattito tra falchi e colombe su come gestire l'indebitamento nell'Eurozona, in pratica l'enorme massa di debito pubblico italiano, acquistato dalla Bce in questi anni in maniera generosa.

Euro: àncora durante la pandemia

Poi la pandemia rimette tutto in discussione e a schizzare come fuochi d'artificio sono i debiti pubblici di tutto il mondo e dei Paesi europei in particolare, costretti a finanziare costosi lockdown e fermi produttivi. L'euro diventa quindi l'àncora, non più la zavorra per molti europei, anche i più  frugali.  Un'àncora da salvaguardare anche da un'inflazione che, dopo anni di andamento sottotraccia e comunque sotto il 2% stabilito come obiettivo di politica monetaria a Francoforte, ora naviga ben sopra la soglia definita psicologicamente rilevante, soprattutto per la Germania.


Argomenti

  • BCE
  • euro
  • MarioDraghi