Calcio, da Parigi a Londra: a spasso per gli Europei. Curiosità, segreti e aneddoti nelle parole dei protagonisti

Calcio, da Parigi a Londra: a spasso per gli Europei. Curiosità, segreti e aneddoti nelle parole dei protagonisti

Calcio, da Parigi a Londra: a spasso per gli Europei. Curiosità, segreti e aneddoti nelle parole dei protagonisti


10 luglio 2021, ore 10:00

Le pagine del libro di Paolo Valenti raccontano la storia della crescita di un evento che ha incassato sempre maggiore attenzione di Paesi, nazionali, sponsor e mass media. Molte le interviste: Tardelli, Baresi, Rizzitelli, Casiraghi, Di Livio, Zoff

Per chi è cresciuto a pane e pallone un libro che ripercorre le fasi che, nell'arco temporale di quasi 100 anni, hanno portato gli Europei ad essere la manifestazione che oggi tutti conosciamo, è un’emozione fantastica. Ma “DA PARIGI A LONDRA, Storia e storie degli Europei di Calcio” (Ultra Edizioni), il nuovo volume del giornalista sportivo Paolo Valenti, in realtà è per tutti. Perché ogni Europeo è contestualizzato nel suo periodo storico: c’è il 1968, c’è il terrorismo di matrice islamica, ci sono gli 'anni di piombo'.



Le interviste

Tutto condito da curiosità, aneddoti e retroscena in molti casi raccontati proprio dai diretti protagonisti. Dalla storia della monetina che aprì le porte della finale del 1968 all’Italia al “cucchiaio” di Francesco Totti, dalle magie di Platini al pullman nel quale gli azzurri allenati da Dino Zoff si rilassavano vedendo “Febbre da cavallo”. Parlano Tardelli, Baresi, Rizzitelli, Casiraghi, Di Livio, Zoff, ecc.: e sono interviste che ti portano dentro il campo di gioco o negli spogliatoi, come se stessi giocando tu lettore o fossi comunque uno dei protagonisti delle partite.


L’origine

Le pagine del libro insomma raccontano la storia della graduale crescita di un evento che ha incassato sempre maggiore attenzione di Paesi, nazionali, sponsor e mass media. E che ha origine addirittura nel 1927: nella mente di un dirigente francese del secolo scorso, Henry Delaunay, ecco l'idea di una competizione che potesse coinvolgere le nazionali di calcio europee. Ma per metterla in pratica bisogna aspettare altri 30 anni e l’edizione inaugurale del 1960.


Il racconto

Da qui poi il racconto delle quindici edizioni del campionato continentale, da quella appunto del 1960 - snobbata, tra le altre, dalla Germania (allora Ovest) e dall’Italia e contesa in finale da Urss e Jugoslavia, Nazioni che non esistono più - fino all’ultima, nel 2016 in Francia, vinta dal Portogallo di Cristiano Ronaldo, nella doppia veste di goleador e allenatore dopo l’infortunio, contro i favoritissimi padroni di casa. Se Germania e Spagna comandano l’albo d’oro, le sorprese nell’Europeo sono state spesso all’ordine del giorno, basti pensare alla Danimarca, che nel 1992 non doveva nemmeno partecipare e che - ammessa solo per la dissoluzione della Jugoslavia - finì invece per travolgere tutti, oppure alla Grecia, vincitrice nel 2004 contro ogni pronostico. Infine, c’è spazio naturalmente anche per il nostro trionfo di 53 anni fa, reso drammatico dal lancio della monetina che ci regalò la finale a spese dell’Urss, e poi dalla doppia finale contro la Jugoslavia, necessaria dopo il pareggio nella prima partita all’Olimpico. Manca in realtà un ultimo capitolo, che però deve essere ancora scritto: ed è quello relativo all'edizione degli Europei di quest'anno e alla finale di Wembley di domani. Chissà se libro e destino coincidono.

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