Canada, un giro del mondo con tutta la famiglia prima che i figli diventino ciechi

Canada, un giro del mondo con tutta la famiglia prima che i figli diventino ciechi

Canada, un giro del mondo con tutta la famiglia prima che i figli diventino ciechi


14 settembre 2022, ore 15:37 , agg. alle 15:58

Riempire la loro memoria con le immagini più belle possibili. Tre dei figli di Edith e Sebastien perderanno la vista a causa di una rara malattia genetica

Dall’arancione di un tramonto alle diverse sfumature di blu che può offrire la profondità del mare, fino ad arrivare al colore delle foglie in autunno. Insomma, assaporare il mondo in lungo e in largo per un’ultima volta. È questo che ha scelto di fare una famiglia canadese colpita da una triste vicenda che porterà tre dei quattro figli di Edith Lemay e Sebastien Pelletier a perdere gradualmente la vista a causa della retinite pigmentosa, malattia genetica rara.

L’idea è quella di catturare quanta più luce possibile prima del buio. Immagazzinare una quantità sufficiente di bellezza per poi lasciare spazio ai ricordi. D’altronde l’intuizione parte dal consiglio di uno specialista che aveva detto ai Pelletier che i figli avrebbero assorbito tutti i “ricordi visivi” e se li sarebbero portati dentro per sempre.

Allora perché accontentarsi di foto o video quando puoi avere di meglio?

Così, i due coniugi hanno cominciato a pianificare un viaggio di un anno intorno al mondo, messo da parte i soldi. Poi l’imprevisto, il covid, che ha fatto slittare tutto il da farsi. A marzo di quest’anno è arrivato il lascia passare e così da Montreal la famiglia è partita senza un itinerario preciso con la sola certezza che il ritorno a casa non sarà prima di marzo 2023.

I protagonisti del viaggio stanno raccontando il viaggio sui social, con foto e racconti postati su Facebook e Instagram. Una narrazione che parte sicuramente dalla voglia di comunicare questa storia incredibile ma anche con l’intento di parlare a chi tra gli oltre undicimila followers è affetto dalla stessa malattia. E magari ricordare che un via diversa c’è e può essere percorribile. Non è mai troppo tardi per accendere un faro sulla vita e sulle bellezze del nostro pianeta, nonostante tutto. 

 


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