Carlo Calenda, il decreto Cura Italia è stato completamente sbagliato, giusto insistere sugli eurobond

Carlo Calenda, il decreto Cura Italia è stato completamente sbagliato, giusto insistere sugli eurobond

Carlo Calenda, il decreto Cura Italia è stato completamente sbagliato, giusto insistere sugli eurobond


09 aprile 2020, ore 12:00

Per il leader di Azione l’operato del governo non è stato sufficiente nelle dimensioni e negli strumenti, la sfida sarà la riapertura, condivisibile invece insistere con la Germania sulla questione eurobond

Il leader di Azione, Carlo Calenda, ha esposto il suo punto di vista sulla ripartenza dell'economia per il coronavirus. Calenda è stato decisamente critico riguardo all'operato del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, affermando che il decreto Cura Italia è "completamente sbagliato". Calenda ha spiegato che lo ritiene sbagliato sia nelle dimensioni, giudicando non sufficienti i 25 miliardi di investimenti, sia negli strumenti, poiché è stata scelta la cassa integrazione più complessa che c’era. Per il leader di Azione bisognava prevedere l’anticipazione bancaria: “Non perché sono un veggente, ma perché ho gestito 155 crediti aziendali con cassa integrazione”. 

La grande sfida della riapertura: “Serviranno iniziative precise” 

Secondo Calenda il governo non ha considerato come far arrivare i soldi concretamente nelle vite degli italiani. L’implementazione delle leggi è il disastro italiano, ha aggiunto, spiegando che anche nel decreto Cura Italia ci sono troppe pagine di requisiti che rischiano di rendere molto difficile per le imprese avere accesso alla liquidità promessa.Il leader di Azione ha sottolineato come sia decisamente complicata la guida del Paese in questa situazione di emergenza coronavirus. “Del Presidente Conte condivido l’azione che sta svolgendo a livello internazionale, in particolare per gli eurobond”, ha dichiarato Calenda, mentre ritiene che in Italia il premier si sia limitato a chiudere tutto. La grande sfida arriverà nel momento della riapertura. Calenda sottolinea a RTL 102.5 come siano state fondamentali, a livello sanitario, le misure restrittive. Nella fase successiva serviranno invece iniziative precise, in particolare riguardo ai tamponi, gli screening, la scelta di chi rimarrà ancora a casa e come organizzare la logistica. 

L’azione dell’Unione Europea e gli eurobond

In un’intervista alla testata tedesca Bild, Giuseppe Conte ha dichiarato che se l’Italia dovrà fare da sola è a rischio il sogno dell'Europa. Calenda ritiene condivisibile la posizione del premier sulla questione eurobond, spiegando di aver inviato una lettera aperta alla Germania ricordando gli aiuti forniti dall’Italia per il debito di guerra tedesco. Il leader di Azione è entrato nello specifico della differenza tra il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e gli eurobond. Il primo è un prestito a uno Stato, con un impatto molto negativo sul debito essendo un credito privilegiato. L’eurobond è un’obbligazione emessa dall’Unione Europea, i cui proventi vanno all’UE per fare un grande piano europeo sulla disoccupazione e sui crediti alle imprese. “Questa è la linea giusta, l’Italia non è isolata perché è insieme ad altri nove Paesi, tra cui Francia e Spagna”, ha aggiunto Calenda. Tornando all’intervista di Conte su Bild, secondo il leader di Azione è sbagliato far passare il concetto che l’Italia possa uscire dall’Europa. Se in questo momento possiamo pagare le pensioni e i medici che stanno combattendo il coronavirus, è grazie alla Banca Centrale Europea che ogni mese compra miliardi di titoli italiani e mantiene basso lo spread nonostante l’aumento del debito. 

L’Italia nel post coronavirus

Carlo Calenda si è detto piuttosto pessimista sul futuro italiano post coronavirus, non condividendo la retorica secondo cui ne usciremo più forti. A sostegno della sua tesi ha portato gli esempi della classe dirigente non abituata a gestire situazioni tali e la politica che non è diventata più seria. “Abbiamo un’opposizione che cerca di spararla grossa per mettere in difficoltà la maggioranza e un governo che non vuole essere aiutato e non si apre al contributo di nessuno”, ha dichiarato Calenda. Nella fase di ripresa servirà uno sforzo molto ampio e allargato a tutte le forze politiche, poiché sarà necessario un percorso il più possibile condiviso.  


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