Caro carburante, continuano gli aumenti, gli autotrasportatori verso lo stop

Caro carburante, continuano gli aumenti, gli autotrasportatori verso lo stop

Caro carburante, continuano gli aumenti, gli autotrasportatori verso lo stop


10 marzo 2022, ore 15:48

Nuovi aumenti per il prezzo di benzina e diesel, mai così alti. La situazione rischia di mettere in ginocchio il settore dei trasporti, le associazioni dei consumatori chiedono l’eliminazione delle accise

Anche se nelle ultime ore le quotazioni internazionali del petrolio, il Brent è sceso, non accennano a diminuire i prezzi dei carburanti che hanno toccato nuovi record alle pompe, sia quelle self-service che a quelle “servito”, ben al di sopra i due euro al litro. Secondo i rilevamenti di questa mattina di Staffetta Quotidiana, il marchio Ip ha aumentato di ulteriori 5,5 centesimi al litro il prezzo della benzina e di 8,5 centesimi al litro quello del gasolio.


Il prezzo al self service

L’elaborazione di Quotidiano Energia, che invece riporta i dati delle 8 di ieri, secondo i dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il ministero dello sviluppo economico, il prezzo medio nazionale della benzina praticato in modalità self è balzato a 2,124 euro/litro contro i 2,048 del giorno precedente, mentre i diversi marchi vendono il prodotto nella fascia di prezzo compresa tra 2,108 e 2,168 euro/litro. Leggermente più basso il prezzo praticato dai distributori no logo, che si ferma a 2,082 euro/litro. Vola il prezzo del diesel. In alcuni casi ha superato quello della benzina. Ieri il prezzo medio praticato ai self è salito a 2,074 euro/litro (contro 1,966 del giorno precedente) con le compagnie che vendevano il prodotto tra 2,042 e 2,121 euro/litro.


Il prezzo del servito

Non molto differente la situazione dei distributori con servizio in cui si registra per la benzina un prezzo medio praticato salito a 2,216 euro/litro (il giorno precedente era quotato 2,154). Fare il pieno negli impianti colorati i prezzi medi praticati oscillano tra 2,164 e 2,316 euro/litro (nei no logo 2,120). La media del prezzo del diesel alle pompe “servito” ha raggiunto 2,172 euro/litro (ieri 2,074) mentre nei punti vendita delle compagnie i prezzi medi praticati sono compresi tra 2,158 e 2,241 euro/litro (2,095 no logo). Ma in autostrada, alcuni distributori nelle aree di servizio il prezzo arriva anche a 2.57 euro al litro sia per la benzina che per il diesel.


La protesta delle associazioni dei consumatori

Federconsumatori parla di costo insostenibile per gli automobilisti e per i cittadini, costretti a pagare rincari generalizzati su beni e servizi. Secondo l’Osservatorio Nazionale di Federconsumatori le famiglie quest’anno pagheranno rincari complessivi per 2.354,98 euro e di questi, 478 sono imputabili ai carburanti. Le associazioni dei consumatori cheidono al governo di azzerare totalmente le accise, soprattutto sotto forma di credito di imposta, soprattutto per le aziende di autotrasporto. Federconsumatori ricorda che “oltre l'86% dei beni nel nostro Paese sono trasportati su gomma, per questo è fondamentale intervenire per scongiurare il blocco delle attività di fornitura. Le accise sono aggravate dall'Iva”. Con l’azzeramento di queste, che gravano sul prezzo finale di circa 0,72 euro al litro per la benzina e 0,62 per il gasolio, oggi la prima costerebbe 1,39 euro al litro e il gasolio 1,55 euro al litro. Il risparmio in termini annui sarebbe 874 euro. Ma le associazioni che difendono i consumatori chiedono anche di applicare l’Iva agevolata al 10% sui carburanti, che comporterebbe un ulteriore risparmio pari a 228 euro annui. Oggi l’iva su benzina e diesel è al 22%.


Trasporti e Tpl

I nuovi record raggiunti dal listino dei carburanti rischia di mettere in ginocchio settori importanti come il trasporto delle persone. Le aziende più piccole potrebbero essere costrette a chiudere o ridurre le corse di bus e pullman, determinando una paralisi del paese. Lo stesso può capitare alle aziende di autotrasporto che da lunedì 14 marzo potrebbero essere costrette a sospendere a livello nazionale i loro servizi “per causa di forza maggiore” a causa dell’esplosione dei costi del carburante, secondo quanto sostiene Trasportounito.


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