Caso Cucchi, dopo la sentenza della Cassazione i due carabinieri condannati si costituiscono

Caso Cucchi, dopo la sentenza della Cassazione i due carabinieri condannati si costituiscono

Caso Cucchi, dopo la sentenza della Cassazione i due carabinieri condannati si costituiscono


05 aprile 2022, ore 11:07 , agg. alle 11:25

La corte di Cassazione ieri ha condannato in via definitiva per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro: la pena è passata da 13 a 12 anni di reclusione

Ieri è arrivata la prima parola definitiva sulla morte di Stefano Cucchi: la corte di Cassazione ha condannato in via definitiva per omicidio preterintenzionale i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro: la pena è passata da 13 a 12 anni di reclusione. La Suprema Corte ha stabilito, inoltre, che ci dovrà essere un nuovo processo di appello per i due carabinieri accusati di falso nell'ambito della morte del giovane geometra romano: l'appello bis è per Roberto Mandolini, che era stato condannato a 4 anni di reclusione e per Francesco Tedesco (il militare che ad un certo punto ha collaborato alle indagini) condannato a 2 anni e mezzo di carcere.

Anche l’altro carabiniere si è costituito

Questa mattina, anche Raffaele D’Alessandro, l’altro carabiniere condannato a 12 anni dalla Cassazione per l'omicidio di Stefano Cucchi, si è consegnato. Il militare, insieme al collega Alessio Di Bernardo, si è recato nella Caserma Ezio Andolfato di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), sede del Carcere militare giudiziario. I due sono arrivati nel cuore della notte. Prima di essere trasferiti in carcere i due carabinieri si sono consegnati ai loro colleghi che poi hanno provveduto al trasferimento nella struttura penitenziaria.

Ilaria Cucchi: “Giustizia è stata fatta nei confronti di chi ci ha portato via Stefano”

Il Pg della Cassazione Tomaso Epidendio nella requisitoria davanti alla Quinta sezione penale di piazza Cavour dove, con le norme di prevenzione Covid, si è svolta l'udienza presieduta da Gerardo Sabeone, aveva chiesto la convalida il verdetto emesso dalla Corte di Assise di Appello di Roma il 7 maggio 2021. "A questo punto - ha detto Ilaria Cucchi - possiamo mettere la parola fine su questa prima parte del processo sull'omicidio di Stefano. Possiamo dire che è stato ucciso di botte, che giustizia è stata fatta nei confronti di loro che ce l'hanno portato via. Devo ringraziare tante persone, il mio pensiero in questo momento va ai miei genitori che di tutto questo si sono ammalati e non possono essere con noi, va ai miei avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni e un grande grazie al dottor Giovanni Musarò che ci ha portato fin qui".


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