Cinque anni fa il terremoto di Amatrice, il sisma che distrusse la zona causando 299 vittime

Cinque anni fa il terremoto di Amatrice, il sisma che distrusse la zona causando 299 vittime

Cinque anni fa il terremoto di Amatrice, il sisma che distrusse la zona causando 299 vittime


24 agosto 2021, ore 09:00

Oltre ad Amatrice vennero demolite Accumoli, sempre nel Lazio, Arquata del Tronto e la sua frazione di Pescara del Tronto, nelle Marche

Erano le 3:36 della notte del 24 agosto 2016 quando la terra tremò nei pressi di Amatrice, una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 registrata dai sismografi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia  nel territorio del Comune di Accumoli, in provincia di Rieti, a circa 8 chilometri di profondità. Quasi trecento morti, una cittadina fiorente e dalla storia secolare ridotta pressoché in macerie, le inevitabili polemiche sulle case venute giù con troppa facilità, sulla rimozione delle macerie, sulla ricostruzione.  Il sisma, percepito nitidamente da Bologna a Foggia, distrusse quasi completamente i quattro centri abitati situati in prossimità dell'epicentro: oltre ad Accumoli vennero demolite Amatrice, sempre nel Lazio, Arquata del Tronto e la sua frazione di Pescara del Tronto, nelle Marche. Ma i danneggiamenti, più o meno consistenti, interessarono una moltitudine di Comuni delle province di Rieti, L'Aquila, Ascoli Piceno e Perugia.


Una vera e propria strage

Le vittime del terremoto furono 299, 239 delle quali concentrate nel solo territorio di Amatrice,. Nei mesi successivi al sisma altre 4 persone persero la vita, portando il conteggio definitivo delle vittime a 303. Un numero al quale si aggiungono 388 feriti e 41 mila sfollati, costretti ad abbandonare le proprie abitazioni per motivi di sicurezza, o per precauzione. L'impatto della scossa delle 3:36 - alla quale seguirono altre violente scosse di replica, tra cui spicca quella di magnitudo 5.3 registrata quasi un'ora dopo, alle 4:33 - fu devastante: interi borghi vennero spazzati via, tra la moltitudine di paesi e paesini che costituivano le tantissime frazioni di Amatrice e Accumoli, e la stessa conformazione dell'area rese difficilissime le prime operazioni di soccorso e salvataggio, vista la difficoltà di raggiungere i piccoli centri nelle primissime ore dell'emergenza. Il costone di roccia su cui poggiava l'abitato di Pescara del Tronto collassò a valle, occupando per mesi una carreggiata della strada statale Salaria, che riportò danni lungo alcuni dei viadotti della zona. L'intero territorio, su tutto il versante, subì un abbassamento geologico stimato tra i 15 e i 20 centimetri, provocando una mutazione nella conformazione del suolo che, come si scoprirà in futuro, pregiudicherà i processi di ricostruzione in intere porzioni dei Comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. video


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