Comunali, bene il centrodestra ma la Lega lascia il campo a Fdi, nel centrosinistra molto male i 5S

Comunali, bene il centrodestra ma la Lega lascia il campo a Fdi, nel centrosinistra molto male i 5S

Comunali, bene il centrodestra ma la Lega lascia il campo a Fdi, nel centrosinistra molto male i 5S


13 giugno 2022, ore 19:30

Il CD conquista subito Palermo, Genova e L'Aquila, rispettivamente con Lagalla, Bucci e Biondi, situazione a sorpresa a Verona, dove è in vantaggio l’ex calciatore Tommasi, CS, che andrà al ballottaggio con Sboarina, destra, che prevale sull’ex sindaco Tosi

Sono state Amministrative con vista anche sulle elezioni politiche. Le elaborazioni del voto nei 971 Comuni delineano scenari abbastanza chiari. Nel centrodestra Giorgia Meloni è sempre in fuga verso il traguardo di Palazzo Chigi e con Fratelli d'Italia ha staccato al Sud, al Centro e soprattutto al Nord la Lega di Matteo Salvini, mentre Forza Italia grazie al successo del Sindaco uscente di Genova, Bucci, e all'apporto assicurato a Lagalla a Palermo (dove è primo partito) e a Biondi a L'Aquila riesce a restare a ruota. Il Pd tiene e evidenzia il ruolo di catalizzatore dei voti dei 5Stelle della sinistra. Visto in prospettiva il cosiddetto campo largo del centrosinistra tuttavia non decolla affatto, perché i grillini sono riusciti a perdere più voti di quanto ne prevedessero i sondaggi. Mentre a Palermo, con Ferrandelli, a Catanzaro, Parma, L'Aquila e in altri Comuni, l'alleanza di centro che fa campo ad Azione di Carlo Calenda ha raggiunto percentuali spesso a due cifre, che sommati ai voti del Pd potrebbero essere determinanti per scalare la maggioranza futura.


I Dem

Per i Dem i risultati delle amministrative sorridono al Pd: il centrosinistra è competitivo in quel Nord che appariva, alla vigilia del voto, come un forte inespugnabile. Invece Damiano Tommasi va al ballottaggio in una città fino ad oggi dominata dalla destra più estrema come Verona. Si vince a Padova, Piacenza e Lodi, con buone possibilità di passare anche a Parma. Al Nazareno il barometro puntava al sereno già prima della chiusura dei seggi. Enrico Letta non c'è, tenuto lontano da un impegno che non poteva rimandare, viene spiegato dallo staff. C'è, però, il vice Peppe Provenzano, assieme al tesoriere Walter Verini, al responsabile Enti Locali, Francesco Boccia e alle due capigruppo, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi. E' la vittoria di Lodi a regalare le maggiori soddisfazioni allo stato maggiore dem. La città lombarda era stata scelta dal segretario Enrico Letta per la chiusura della campagna elettorale, quando aveva spiegato che il voto nei Comuni rappresenta un test importante in vista delle elezioni politiche del prossimo anno.


Il centrodestra

Per il centrodestra il dato principale è che la coalizione se si presenta unita vince, mentre se va al voto divisa perde. Sul punto concordano FdI, Lega e Forza Italia. Più articolata la disamina nel centrosinistra. Nel Pd si ritiene che le urne indichino che la linea del 'campo largo', voluta dal segretario Enrico Letta, ne esca rafforzata. "Le due citta' principali al voto, Palermo e Genova, sono vinte dal centrodestra col contributo determinante della Lega e questo ci fa dire, nell'equilibrio centrodestra-centrosinistra, che almeno a questo primo turno la bilancia propende verso il centrodestra. il centrodestra unito vince, a Verona, Parma o Catanzaro potrebbe vincere ma non vince e se la gioca al ballottaggio", commenta il leader leghista Matteo Salvini. Insomma, l'ex titolare del Viminale non ha alcuna incertezza: "il centrodestra vince solo unito alle prossime politiche, chi fa calcoli con altri schemi non fa i conti con gli elettori". Gli alleati concordano con il leader della Lega: solo uniti si vince. "Dove il centrodestra si presenta unito i risultati sono evidenti, penso ad esempio a Palermo", commenta a caldo la vicepresidente dei senatori di FdI, Isabella Rauti. Quanto a Verona, dove il centrodestra si è presentato diviso, è "la conferma che dove il centrodestra non va insieme paga uno scotto". Per questo "dobbiamo puntare ad arrivare al traguardo delle elezioni politiche con una coalizione unita attorno a un programma e idee condivise. Dobbiamo ricostruire e ricompattare l'unità della coalizione in vista delle politiche". Dello stesso avviso Forza Italia: "Per il centrodestra il primo dato lampante è che quando siamo uniti vinciamo, e bene", osserva Alessandro Cattaneo, responsabile dei dipartimenti del movimento azzurro. "Quando il centrodestra si divide quantomeno è più faticoso. Questo deve essere chiaro a tutti gli alleati", aggiunge.


La competizione

Eppure la competizione interna tra Lega e FdI rischia di diventare un dato per nulla secondario. Fratelli d'Italia ha superato la Lega a Genova (10,1% contro il 6,7%), a L'Aquila (18,8% contro 12,5%), Verona (10,2% contro 6,5) e a Parma (6,9% per FdI, 4,6 per la Lega). A Palermo Fratelli d'Italia si attesta all'8,4%, Prima l'Italia (la lista voluta da Salvini) al 4,7. E potrebbe non essere un caso che sia la Lega che soprattutto FdI tengano a ribadire la 'regola base' per le politiche e la scelta della premiership: "Noi rispettiamo sempre le regole: chi prende un voto in piu' esprime il premier", scandisce Rauti. "La regola vale ancora. Vedremo, quando ci saranno le elezioni politiche, chi vorrà stare nel centrodestra. FdI e' nel centrodestra", aggiunge il responsabile organizzazione Giovanni Donzelli. Una regola che anche Salvini non disconosce, anzi: "il leader del centrodestra lo decideranno gli italiani alla prossime elezioni politiche. Io lavoro perché ci sia un centrodestra unito. E' ovvio che chi prende un voto in più vince".


Renzi

Per Matteo Renzi "queste elezioni segnano al primo turno una vittoria sostanziale del centrodestra (da Palermo, dove la sinistra doveva aprirsi anche al centro, anziché rinchiudersi nell'asse coi grillini, fino all'Aquila), ma dipingono soprattutto un quadro nel quale il grillismo è finito, con le liste di Conte che fanno il 5% a Genova, il 4% a Taranto oppure l'1% a Padova. Se fossi ancora un dirigente del Pd, mi porrei il tema di fare un'alleanza col centro riformista (che fa buoni risultati sia coi nostri candidati che con quelli di Piu'Europa/Azione anziché coi grillini. Staremo a vedere". Per Carlo Calenda la "vera novità è l'area riformista in crescita", spiega il leader di Azione.


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