Confessione shock in Usa, 'ho ucciso novanta donne'

Confessione shock in Usa, 'ho ucciso novanta donne'

Confessione shock in Usa, 'ho ucciso novanta donne'


30 novembre 2018, ore 07:30

Già confermati 34 omicidi, la vittime erano quasi sempre emarginate

Quando Samuel Little è stato arrestato per aver ammazzato tre donne alla fine degli anni Ottanta, gli investigatori non pensavano che si sarebbero potuti trovare di fronte ad uno dei killer più feroci della storia Usa. L'uomo, 78 anni, ha confessato infatti di aver ucciso 90 donne, secondo quanto riferito dall'Fbi, e 34 di questi omicidi sono già stati confermati. Secondo gli investigatori, Little avrebbe commesso gli assassini tra il 1970 e il 2005. "Le forze dell'ordine hanno iniziato solo recentemente a svelare la vera portata dei suoi crimini", ha spiegato il Bureau. Ora Little si trova in una prigione del Texas, dove probabilmente rimarrà sino alla morte visto il suo cattivo stato di salute. Il serial killer è finito in manette nel 2012 in un rifugio di senzatetto, quindi è stato estradato in California per spaccio di stupefacenti. Intanto la polizia grazie al suo Dna ha scoperto che era legato a tre omicidi di donne alla fine degli anni Ottanta: "In tutti e tre i casi le donne erano state picchiate, strangolate, e i loro corpi gettati in un vicolo, un cassonetto e un garage", ha spiegato l'Fbi. L'uomo è stato condannato nel 2014 a tre ergastoli senza libertà condizionale, quindi gli inquirenti hanno scoperto una chiara connessione tra lui e il caso di una donna uccisa a Odessa, in Texas. Durante l'interrogatorio Little, originario dell'Ohio, ha detto di essere disposto a parlare in cambio del trasferimento in un altra prigione. Ha raccontato di essere stato in tante città degli Stati Uniti, confessando il numero di persone che aveva ucciso in ciascuna di queste. "Un elenco lunghissimo: Jackson, Mississippi, Cincinnati, Ohio, Phoenix, Arizona, Las Vegas, Nevada", ha fatto sapere Christina Palazzolo, un'analista. Le sue vittime erano quasi sempre donne emarginate e vulnerabili, drogate o prostitute. E anche il metodo che usava per ammazzarle era simile: "le stordiva con un pugno poi le strangolava", ha spiegato l'Fbi. Quindi le gettava in discariche, dirupi o fossati. "Senza ferite da arma da fuoco, molti di questi decessi non sono stati classificati come omicidi ma attribuiti ad overdose, incidenti o cause naturali", ha aggiunto. Senza contare che tanti si sono verificati prima che l'uso del Dna divenisse uno strumento affidabile per gli investigatori.