Covid, il governo conferma lo schema attuale, il premier Draghi apre solo le scuole fino alla prima media

Covid, il governo conferma lo schema attuale, il premier Draghi apre solo le scuole fino alla prima media

Covid, il governo conferma lo schema attuale, il premier Draghi apre solo le scuole fino alla prima media


26 marzo 2021, ore 15:35

Dopo Pasqua fino al 30 aprile saranno prorogate tutte le misure restrittive oggi in vigore che prevedono unicamente zone arancioni e rosse. Pertanto, niente zone gialle, e bar e ristoranti chiusi, tranne che per l’asporto e la consegna

Si va verso la «riapertura della scuola fino alla prima media». Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, aprendo la conferenza stampa da Palazzo Chigi che, ha detto il capo del governo, serve anche per chiarire i dubbi sugli orientamenti della cabina di regia.


La scuola


«Il ministro Bianchi - ha spiegato - sta lavorando affinché la riapertura avvenga in modo ordinato e in alcuni casi sarà possibile effettuare alcuni test. Parlare di azione estensiva e globale è un’esagerazione». Draghi ha spiegato che l’allentamento è possibile per alcuni segnali incoraggianti arrivati dalla cabina di regia, che ha mostrato un calo del tasso di contagio, e per le evidenze scientifiche che mostrano come la scuola primaria non sia di per sé una fonte di contagio. «Ma lo sono tutte le attività para e periscolastiche». Per questo, ha detto, è opportuno mantenere tutte le altre restrizioni. «Abbiamo deciso di spendere questo piccolo tesoretto di cui disponiamo - ha aggiunto il ministro della Salute, Roberto Speranza, ripartendo dagli spiragli di miglioramento presentati dalla cabina di regia — per riaprire la scuola, per l’importante funzione sociale che ricopre».


I vaccini e l'Europa


Le prime domande arrivate dai giornalisti, in particolare dai corrispondenti da Bruxelles, erano però state sulle misure a livello europeo per evitare la penuria di vaccini, anche con misure nei confronti delle aziende produttrici. Draghi ha spiegato che il blocco dell’export è stato posto dall’Italia nel corso del Consiglio europeo di ieri e che «ora è all’attenzione di tutti». «Siamo stati gli unici a bloccare l’export dei vaccini — ha sottolineato —. Ora la Commissione Ue allarga la rete e i criteri entro cui possono cadere le società che esportano». In pratica ha precisato vengono introdotti i concetti di «proporzionalità e reciprocità»: «Conta anche cosa fa il Paese verso cui un vaccino è diretto — ha spiegato il premier —, ovvero se consente o meno le esportazioni. La proporzionalità e un criterio più sottile, riguarda la spedizione di vaccini verso un Paese che ha una percentuale già alta di vaccinati».



Sputnik

Il capo del governo ha parlato anche del vaccino russo Sputnik: «Starei attento a fare contratti — ha spiegato — perché ieri la presidente della Commissione europea ha messo in luce come, da un’indagine fatta dalla stessa commissione, possono produrre massimo 55 milioni di dosi, di cui il 40% in Russia e il resto all’estero. È vaccino in due dosi, a differenza di Johnson & Johnson, e all’Ema non è stata ancora presentata formale domanda su questo ma sta facendo review delle varie componenti e non si prevede che l’Ema si pronunci prima di tre o quattro mesi. Se va bene il vaccino sarebbe disponibile nella seconda parte dell’anno». E non solo. Draghi ha anche spiegato anche che il governo intende intervenire sugli operatori sanitari non vaccinati, con una norma ad hoc a cui sta lavorando la ministra della Giustizia, Marta Cartabia.


Le reazioni

Mentre Draghi parlava a Palazzo Chigi, il leader della Lega Matteo Salvini faceva trapelare il proprio disappunto per le anticipazioni della linea del governo che ipotizzavano una situazione in cui nessuna regione potrà tornare in giallo almeno fino all’inizio di maggio. «È impensabile tenere chiusa l’Italia anche per tutto il mese di aprile - ha detto il leader del Carroccio -. Nel nome del buonsenso che lo contraddistingue, e soprattutto dei dati medici e scientifici, chiediamo che dal 7 aprile, almeno nelle regioni e nelle città con situazione sanitaria sotto controllo, si riaprano, ovviamente in sicurezza, le attività chiuse e si ritorni alla vita a partire da ristoranti, teatri, palestre, cinema, bar, oratori, negozi». Poi una chiusa che sa di avvertimento: «Qualunque proposta in consiglio dei Ministri e in Parlamento avrà l’ok della Lega solo se prevederà un graduale e sicuro ritorno alla vita». «Le chiusure sono pensabili o impensabili solo in base ai dati che vediamo - ha replicato a stretto giro Draghi, sollecitato dai cronisti. «Le misure hanno dimostrato nel corso di un anno e mezzo di non essere campate per arie. È desiderabile riaprire, la decisione se farlo o meno dipende dai dati.»



Argomenti

  • covid
  • draghi
  • scuola vaccini