Covid: la Cina esaminerà migliaia di campioni di sangue raccolti a Wuhan, nel 2019, prima della pandemia

Covid: la Cina esaminerà migliaia di campioni di sangue raccolti a Wuhan, nel 2019, prima della pandemia

Covid: la Cina esaminerà migliaia di campioni di sangue raccolti a Wuhan, nel 2019, prima della pandemia


13 ottobre 2021, ore 10:30

La notizia rivelata dalla Cnn: un funzionario cinese ha spiegato che i campioni da analizzare sono stati raccolti prima di dicembre 2019, quando fu segnalato il primo caso di Covid; obiettivo, capire come e quando il virus sia passato dall'animale all'uomo

Dopo le sollecitazioni arrivate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, lo scorso febbraio, la Cina alla fine ha ceduto: decine di migliaia di  campioni di sangue prelevati nella megalopoli Wuhan, epicentro della pandemia di Covid-19,  saranno esaminati nell'ambito di una ricerca sulle origini del Covid-19. La notizia è stata rivelata dalla Cnn che ha citato un funzionario della Commissione Sanitaria Nazionale cinese. I campioni di sangue sono conservati al Wuhan Blood Center e l' archivio - fino a 200.000 campioni, compresi quelli degli ultimi mesi del 2019 - è stato indicato, lo scorso febbraio, dagli esperti dell'Oms come una possibile fonte di informazioni cruciali che potrebbero contribuire a definire quando e dove, il virus sia passato dall'animale all'uomo.

Esami a breve

I campioni della banca del sangue sono stati conservati per due anni, hanno affermato i funzionari cinesi, nel caso in cui fossero necessari come prova in eventuali azioni legali relative alla loro donazione. Quel periodo scadrà presto per i mesi chiave di ottobre e novembre 2019, quando la maggior parte degli esperti pensa che il virus potrebbe aver infettato gli esseri umani, prima di dicembre. Un funzionario della Commissione Sanitaria Nazionale cinese ha detto alla Cnn che la preparazione per i test è attualmente in corso. I campioni contengono "indizi assolutamente vitali", ha commento Maureen Miller, professore associato di epidemiologia alla Columbia University, sollecitando la Cina a consentire agli esperti stranieri di osservare il processo. "Nessuno credera' ai risultati che la Cina riporta a meno che non ci siano osservatori qualificati", ha aggiunto.

A luglio, la Cina annunciò test

 Il capo del team cinese che lavora all'indagine dell'Oms, Liang Wannian, già a luglio spiegò in una conferenza stampa che Pechino avrebbe testato i campioni, aggiungendo che una volta ottenuti, "i risultati sarebbero stati consegnati agli esperti cinesi e stranieri", mentre il pool di esperti aveva in corso valutazioni "sui metodi dei test e sul piano d'azione da attuare dopo" i due anni.    I campioni, se conservati correttamente, potrebbero contenere elementi cruciali dei primi anticorpi prodotti dall'uomo contro  la malattia. Liang precisò che mentre il primo caso segnalato a Wuhan era dell'8 dicembre 2019, "la nostra ricerca e i precedenti documenti correlati di scienziati cinesi suggeriscono pienamente che l'8 dicembre non è probabile che sia stato il caso principale. Potrebbero essercene altri che si sono verificati prima"

Per Usa, Pechino reticente

 L'amministrazione americana di Joe Biden ha condotto una revisione di 90 giorni attraverso l'intelligence sull'origine del virus, arrivando alla conclusione che sia la trasmissione naturale dall'animale all'uomo, sia la fuga di laboratorio erano due teorie plausibili. Biden, sui risultati, rimarcò che le "informazioni critiche sulle origini di questa pandemia esistono nella Repubblica popolare, ma fin dall'inizio i funzionari di  Pechino hanno lavorato per impedirne l'accesso a investigatori internazionali e della comunità globale di sanità pubblica".


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