Crisi, il premier Conte alla fine domani rassegnerà le dimissioni, l’obbiettivo è un suo governo numero 3

Crisi, il premier Conte alla fine domani rassegnerà le dimissioni, l’obbiettivo è un suo governo numero 3

Crisi, il premier Conte alla fine domani rassegnerà le dimissioni, l’obbiettivo è un suo governo numero 3


25 gennaio 2021, ore 20:34 , agg. alle 09:30

Berlusconi Fi: “O esecutivo di unità nazionale o voto”; Udc: “Non saremo la stampella di nessuno”

Adesso è ufficiale: il Consiglio dei ministri si riunirà domani mattina alle 9. All'ordine del giorno le dimissioni del premier Giuseppe Conte. Che si trovava a un bivio: tentare di nuovo il tutto per tutto nell'ostica aula del Senato sulla relazione sulla giustizia del Guardasigilli Bonafede o dare le dimissioni e puntare al reincarico per la formazione di un Conte-ter. Secondo quanto si è appreso da fonti della maggioranza, il percorso individuato è proprio questo: tentare di ottenere subito un reincarico contando sul sostegno di responsabili centristi. Il progetto insomma è quello di un "patto tra gentiluomini" che garantisca al premier di rientrare a Palazzo Chigi dopo essersi dimesso ed essere passato attraverso l'apertura formale della crisi: è l'orizzonte su cui si sono assestate le forze di maggioranza.


Il fattore Renzi 

L'ipotesi di far nascere un Conte-ter riporta in primo piano anche il nodo del rapporto con Matteo Renzi e di una partecipazione o meno di Italia viva alla nuova maggioranza: se Conte avesse in mano l'appoggio di un nuovo gruppo centrista i voti dei renziani sarebbero aggiuntivi e non determinanti; viceversa se i famosi 'responsabili' non fossero sufficienti il sostegno del senatore fiorentino diverrebbe di nuovo indispensabile. Pd e il M5s mettono in guardia: o si governa il Paese o si va al voto. Il Pd ha assicurato a Conte che il suo ruolo "è imprescindibile", come ha ribadito Goffredo Bettini questa mattina, e che il Pd è comunque al suo fianco come ha rimarcato il segretario Nicola Zingaretti. E avevano messo in guardia il premier sui rischi di andare in Aula per la relazione del ministro Alfonso Bonafede e sul fatto che il governo ne sarebbe uscito sconfitto visto che ad ora i numeri non ci sono. Mercoledì, infatti, è previsto il voto di Camera (pomeriggio) e Senato (giovedì mattina) sulla relazione del Guardasigilli.


Il niet degli Azzurri

Intanto, dall'opposizione interviene Silvio Berlusconi ribadendo che "nessuna trattativa è in corso per un eventuale sostegno di qualunque tipo al governo in carica". Insomma: nessun 'soccorso azzurro' a Conte attraverso 'responsabili' di Forza Italia, fa sapere. La strada maestra, per il presidente di FI, è una sola: "un nuovo governo che rappresenti l'unità sostanziale del paese in un momento di emergenza oppure restituire la parola agli italiani”. Da parte sua invece il Movimento 5 Stelle “è convintamente al fianco del presidente Conte in questo momento estremamente difficile per il Paese. Siamo la colonna portante di questa legislatura: come sempre ci assumeremo le nostre responsabilità, avendo come riferimento il bene dei cittadini, e ci faremo garanti dei passaggi delicati che attendono la nostra Repubblica", afferma il capo politico pentastellato, Crimi.


La road map

Da Italia viva Ivan Scalfarotto spiega in questo modo: “Nessun veto su Conte, non si mettano veti su di noi”! Le dimissioni di Conte serviranno dunque a rimettere intorno a un tavolo le forze di maggioranza, compresa anche Italia viva e una neonata forza di centro, per rinnovare la squadra di governo e stilare un programma di legislatura. Il premier, dopo aver valutato a lungo i pro e i contro, ha deciso e farà il passo indietro domani nel cdm, per poi salire al Colle. Ma le telefonate in queste ore si infittiscono.


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