Crollo del Ponte Morandi, chiuse le indagini, consegnati 69 avvisi di garanzia

Crollo del Ponte Morandi, chiuse le indagini, consegnati 69 avvisi di garanzia

Crollo del Ponte Morandi, chiuse le indagini, consegnati 69 avvisi di garanzia


22 aprile 2021, ore 16:19 , agg. alle 16:42

La tragedia avvenne il 14 agosto 2018 a Genova; il cedimento del viadotto causò la morte di 43 persone

La procura di Genova ha chiuso le indagini sul crollo del Ponte Morandi, il viadotto autostradale della A10, collassato il 14 agosto 2018 causando la morte di 43 persone. L'inchiesta è durata quasi tre anni durante i quali sono stati fatti due incidenti probatori, uno sullo stato di salute del viadotto e un altro sulle cause vere e proprie del crollo. Consegnati avvisi di garanzia a 69 indagati, fra cui tra manager, tecnici e dirigenti pubblici e privati, ai quali si aggiungono le due società coinvolte, Autostrade per l'Italia e Spea, la controllata che si occupava della manutenzione. Le accuse, a vario titolo, sono: disastro e crollo dolosi, omicidio stradale e lesioni, attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione di cautele per prevenire il disastro e falso. I pm parlano in generale di incoscienza, negligenza, immobilismo e manutenzioni inadeguate. Il processo inizierà la prossima estate.


Nessun lavoro sul pilone 9 in 51 anni

Dall'inaugurazione nel 1967 al crollo, secondo i magistrati, non è "mai stato eseguito il benché minimo intervento manutentivo di rinforzo sugli stralli della pila 9". Secondo i pm, inoltre, i sensori segnalarono anomalie già nel 2016. Per quanto riguarda le spese di manutenzione, nelle pagine dell'inchiesta si legge che "nei 36 anni e 8 mesi intercorsi tra il 1982 e il crollo, gli interventi di natura strutturale eseguiti sull'intero viadotto Polcevera avevano avuto un costo complessivo di 24.578.604 euro: il 98,01% stati spesi dal concessionario pubblico e l'1,99% dal concessionario privato". In media, il concessionario pubblico ha speso 3.665 al giorno, quello privato 71. 


Le parole del Procuratore Cozzi

"Non è stato perso nemmeno un giorno senza lavorare a questa indagine. La complessità della vicenda, due incidenti probatori, hanno portato a questi tempi". Così il procuratore di Genova Francesco Cozzi dopo la chiusura delle indagini sul crollo del Ponte Morandi. "E' stato un lavoro straordinario. Questo è un passaggio importante, ma è il punto di vista della procura, dello Stato. Ora si apre una fase in cui le difese spiegheranno le proprie ragioni". Adesso si attende il processo che, probabilmente, inizierà la prossima estate. "Come servitore dello Stato - ha dichiarato ancora Cozzi - sono onorato ad avere coordinato questa indagine. Lo dovevamo alle vittime e per tutelare interessi pubblici e privati".


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