Di Battista, analisi della sua scelta di non candidarsi

Di Battista, analisi della sua scelta di non candidarsi

Di Battista, analisi della sua scelta di non candidarsi


22 novembre 2017, ore 14:25

Il punto di Alberto Ciapparoni

Alessandro Di Battista, per tutti Dibba, è il più amato dalle folle grilline, il mattatore del piccolo schermo televisivo, l'uomo della piazza. «Non mi candiderò alle prossime elezioni» è stato il suo clamoroso annuncio. Clamoroso e allo stesso puntuale: fra pochi giorni uscirà il suo nuovo libro, che mette insieme l'esperienza nel Movimento Cinque Stelle, la politica e la recente paternità. Uscirà per Rizzoli, cioè per una casa editrice di Silvio Berlusconi, uno dei suoi grandi nemici. Almeno a parole. L'annuncio è anche un fantastico lancio pubblicitario, ma non solo: nel movimento c’è la regola dei due mandati, uno se l’è già fatto, adesso il suo secondo mandato a disposizione lo consumerà quando vorrà tornare, magari da nuovo candidato premier. Sì perché nel frattempo Beppe Grillo e Casaleggio junior, i padri fondatori dei Cinquestelle, hanno scelto Di Maio per correre per Palazzo Chigi a primavera 2018, scelta confermata dal voto on line. E Dibba è proprio l’altra metà di Luigi: quest’ultimo istituzionale, Alessandro invece barricadero e più Che Guevara che Fidel Castro. Complementari certamente, ma pure in competizione, troppo diversi per essere fratelli senza frizioni. Fermarsi un turno è meglio per tutti.

Alberto Ciapparoni