Di Maio, l’addio al M5S ha aperto un’affollata corsa al centro, AAA cercasi area Draghi senza Draghi

Di Maio, l’addio al M5S ha aperto un’affollata corsa al centro, AAA cercasi area Draghi senza Draghi

Di Maio, l’addio al M5S ha aperto un’affollata corsa al centro, AAA cercasi area Draghi senza Draghi


25 giugno 2022, ore 11:00

Lavori in corso per una formazione politica che abbia come bussola l'agenda del presidente del presidente del Consiglio, e alla quale potrebbero partecipare Giovanni Toti, Luigi Brugnaro, Carlo Calenda, Matteo Renzi e, ora, anche il ministro degli Esteri

Una corsa al centro si è aperta con lo scisma dei Cinque Stelle. L'addio di Luigi Di Maio al Movimento, infatti, ha impresso maggiore forza e velocità alle voci che parlano di un "partito di Draghi senza Draghi", che potrebbe nascere a settembre, riferiscono fonti parlamentari. Una formazione politica che abbia come bussola l'agenda del presidente del presidente del Consiglio e alla quale potrebbero partecipare Giovanni Toti, Luigi Brugnaro e, ora, anche Luigi Di Maio. Il presidente del Consiglio non ne sarebbe, ovviamente, coinvolto se non come modello ispiratore.


Le voci

Le voci circolavano già prima dello strappo nei Cinque Stelle, ma l'abbandono di Di Maio ha impresso grande velocità ai rumors. Una impresa che appare però complicata. A quello spazio politico puntano, infatti, anche Matteo Renzi e Carlo Calenda. Il primo con un progetto che coinvolgerebbe anche sindaci importanti. Si parla di Giorgio Gori, Beppe Sala, Dario Nardella e Antonio Decaro. I sindaci in questione, tuttavia, hanno già smentito che ci sia sul tavolo il progetto. Il secondo mira a occupare stabilmente il centro del palcoscenico politico attraverso un progetto federativo tra Azione e Più Europa. Al momento, però, le possibilità che tutte le parti in campo possano incontrarsi sembrano molto limitate.


Calenda

Per prima cosa, Carlo Calenda ha stoppato sul nascere qualsiasi ipotesi di dialogo con Luigi Di Maio. Anzi, il leader di Azione, da qualche giorno, ha ricominciato a mettere nel mirino dei suoi tweet il ministro degli Esteri. "Dialogare con (quasi) tutti è giusto. Allearcisi no. E non comprendo quali siano i valori comuni e ancor di più i progetti con Conte e Di Maio", scrive Calenda riferendosi a una intervista di Irene Tinagli, vice segretaria dem. "Mi spiace che anche Irene Tinagli alla fine si rifugi nel 'altrimenti vince la destra'. Che tra l'altro è il modo per farla vincere", aggiunge Calenda. E anche a chi scrive che Azione rappresenta "l'incognita" del rassemblement centrista, il segretario di Azione risponde secco: "Per favore. Vi prego. Ma quale incognita". Da parte di Più Europa i toni sono meno ultimativi, ma il succo del discorso non cambia: "Andiamo avanti sulla strada della federazione con Azione", viene precisato. Della Vedova non ha aperto in alcun modo. I rapporti con Di Maio sono cementati dal lavoro comune alla Farnesina, ma nessun dialogo è stato avviato su un futuro politico insieme, viene assicurato. Lo scetticismo sull'operazione centro, poi, è alimentato nei parlamentari che guardano a quello spazio politico dalla consapevolezza che "fino a quando non si comincerà a discutere di legge elettorale, non potrà esserci nulla di concreto".


Settembre

E qui si ritorna a settembre: prima di allora, viene spiegato, difficilmente sarà possibile realizzare o cominciare seriamente a discutere di alcunché. "Le forze politiche hanno oggi tutto l'interesse a cambiare la legge elettorale in chiave proporzionale", spiega un parlamentare impegnato nell'operazione centrista: "Anche Salvini sarà costretto ad accettare, se non vuole rimanere schiacciato su Fratelli d'Italia. Questo avverrà a settembre, quando le voci si spegneranno e lasceranno il posto alla realtà della politica".


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