Domenico Diele, domiciliari e braccialetto elettronico

Domenico Diele, domiciliari e braccialetto elettronico

Domenico Diele, domiciliari e braccialetto elettronico


26 giugno 2017, ore 16:57

L'attore accusato di omicidio stradale aggravato per la morte di Ilaria Dilillo

Il gip del Tribunale di Salerno ha deciso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per l'attore Domenico Diele. La decisione a conclusione dell'udienza di convalida dell'arresto per accusa di omicidio stradale aggravato per la morte di Ilaria Dilillo, sbalzata dal suo scooter dopo essere stata travolta dall'auto guidata dal 31enne nella notte tra venerdì e sabato.
"Sono colpevole", "urlerò la miacolpevolezza con tutte le forze. Non ho scuse, ho sbagliato edevo pagare. Devo pagare quello che decideranno i giudici e seservisse a qualcosa pagherei di tasca mia anche qualunque cosaalla famiglia. Però non sono un criminale. In televisione siparla di me come un assassino drogato: non è così", cosìDiele in un colloquio raccolto in cella nel carcere diFuorni (Salerno) dal consigliere regionale dei Verdi FrancescoEmilio Borrelli e riportato da Il Corriere della Sera.

"Io non sono uno che prima si è drogato e poi si è messo aguidare come un pazzo finendo per provocare una tragedia - diceDiele -. Sono dipendente da eroina, questo sì, ma la droga nonc'entra con l'incidente. Mi sono distratto con il cellulare. Houn telefonino che funziona male, c'è un tasto che non va, e ioper cercare di fare una telefonata ho abbassato gli occhi. Nonme ne sono nemmeno reso conto subito di quello che era successo.Solo quando sono sceso dall'auto ho visto e ho capito. Hosoltanto il lavoro, e se da questa vicenda uscirò con lacarriera distrutta non avrò più nemmeno quello. E' giusto chepaghi per quello che ho fatto, ma non che mi si dipinga come uncriminale. Quella storia della coca, per esempio, è vecchia diun anno, nemmeno me ne ricordavo più. Mi sono pure sorpresoquando quella bustina è uscita fuori, stava nel portafogli dauna vita. L'altra sera non avevo sniffato niente. Non avevo ilpermesso di guidare. Ma l'ho fatto perché mia cugina ci tenevaad avermi al suo matrimonio. Vorreiincontrare il padre di quella donna, inginocchiarmi davanti alui e ammettere le mie colpe. Ma anche provare a spiegargli cheè stato un incidente e non un omicidio".