È scattato il blocco delle navi russe nei porti italiani, da oggi, 17 aprile, stop anche alle imbarcazioni che hanno cambiato bandiera

È scattato il blocco delle navi russe nei porti italiani, da oggi, 17 aprile, stop anche alle imbarcazioni che hanno cambiato bandiera

È scattato il blocco delle navi russe nei porti italiani, da oggi, 17 aprile, stop anche alle imbarcazioni che hanno cambiato bandiera


17 aprile 2022, ore 11:00

Porti italiani off limits per le navi russe, è scattato il blocco per le imbarcazioni di Mosca che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio

Da oggi, 17 aprile, i porti italiani sono proibiti a tutte le navi battenti bandiera russa. Il divieto che scatta nel giorno di Pasqua vale anche per le imbarcazioni che hanno cambiato bandiera dopo il 24 febbraio, ovvero il giorno in cui è iniziata l’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe di Vladimir Putin. La misura fa parte di una direttiva dell’Unione europea dello scorso otto aprile ed è inserita in circolare del Comando generale delle Capitanerie di Porto e Guardia Costiera.


La direttiva europea

La direttiva approvata dall’Ue che inasprisce le sanzioni contro la Russia prevede la graduale eliminazione all'import di carbone, che vale 4 miliardi di euro l'anno, oltre allo stop alla circolazione dei tir di Mosca sulle strade dei 27 paesi, ma anche divieti legati all'export di prodotti high-tech verso la Russia. Vengono applicate restrizioni anche alle imprese russe che non potranno partecipare agli appalti pubblici nei paesi dell'Unione, il divieto di effettuare transazioni con l'Ue per quattro banche di Mosca, oltre l'allargamento della black list delle personalità russe bandite dall’Unione. Il blocco delle navi non sarà però una misura totale. Sono previste delle eccezioni e riguardano i trasporti di aiuti umanitari, quelli di cibo e quelli di energia.


Divieto di attracco per le navi che cambiano bandiera

Il documento approvato dall’Ue prevede che il divieto di attracco nei porti italiani da oggi, 17 aprile, anche nei confronti delle navi che abbiano cambiato la propria bandiera, da russa a qualsiasi altra nazionalità, dopo il 24 febbraio 2022. La Guardia Costiera sta già effettuando verifiche, ma sottolinea che nel caso in cui i riscontri sul passaggio di bandiera da uno Stato all'altro “non possano essere valutate con certezza” sulla base delle banche dati a disposizione, si dovranno rintracciare le informazioni nel 'Continuous Synopsis Record', ovvero nel registro detenuto dall'autorità marittima dove viene riportata tutta la vita di una nave. Le navi russe non potranno nemmeno gettare l’ancora in rada e il provvedimento riguarda in particolare “ogni nave da passeggeri e quelle da carico” con tonnellaggio superiore alle 500 Gt (gross tonnange, stazza lorda) che risultano essere impiegate in attività commerciali ed in navigazione internazionale. Restano escluse le imbarcazioni che necessitano di assistenza o rifugio, o che richiedono di poter accedere ai porti per motivi di sicurezza marittima e a quelle che hanno salvato vite in mare. Il provvedimento non si applica alle imbarcazioni da diporto, tranne a quelle che svolgono attività commerciali, come il noleggio. Ovvero, se lo yacht di un oligarca non è nella black list Ue può entrare e uscire senza problemi dai porti italiani.


Cosa succede alle navi che sono già nei porti?

Al momento, fanno sapere le Capitanerie, non ci sono navi russe nei porti italiani. In ogni caso, la Commissione europea sostiene che se un'imbarcazione russa si trova in un qualunque scalo europeo, potrà “permanere in porto fino al completamento delle proprie attività commerciali” e poi dovrà lasciarlo.


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