Eitan, a Tel Aviv si è svolta l'ultima udienza per decidere la sorte del bimbo conteso, sentenza entro 15 giorni

Eitan, a Tel Aviv si è svolta l'ultima udienza per decidere la sorte del bimbo conteso, sentenza entro 15 giorni

Eitan, a Tel Aviv si è svolta l'ultima udienza per decidere la sorte del bimbo conteso, sentenza entro 15 giorni


11 ottobre 2021, ore 10:39

La terza e ultima udienza al Tribunale della Famiglia di Tel Aviv, è finita nella notte; la giudice Iris Ilotovich Segal ha a disposizione 2 settimane per stabilire se il piccolo debba restare in Israele o tornare in Italia

 E' durata più di 12 ore la terza e ultima udienza al Tribunale della famiglia di Tel Aviv sulla vicenda di Eitan Biran, che si trova in Israele dopo che il nonno materno lo ha portato via dall'Italia, senza il consenso della zia paterna, che è custode legale del bimbo, che ha perso la mamma il papà e il fratellino nel crollo della funivia del Mottarone: il legale di Aya Biran ha spiegato che gli avvocati dei due rami della famiglia inoltreranno le loro conclusioni alla giudice che poi dovrà andare a sentenza, un verdetto che dovrà essere pronunciato entro i prossimi 15 giorni e che si muove nell'ambito della convenzione dell'Aja sulla sottrazione dei minori. Numerosi testimoni tra cui un esperto di diritto italiano sono stati sentiti in tribunale. La giudice dovrà decidere se il bimbo resterà in Israele con i parenti materni o tornerà in Italia dalla zia paterna .Poco prima che l'assise si concludesse è arrivata in tribunale la nonna materna di Eitan, Esther Cohen Peleg, ex moglie di Shmuel Peleg - che ha portato senza consenso il bambino in Israele ed è indagato in Italia per sequestro di persona - ma non ha rilasciato alcuna dichiarazione, limitandosi a portare conforto  all'ex consorte. 


Eitan in Israele dal 12 settembre

Dopo la tragedia del 23 maggio scorso, in cui persero la vita i genitori, il fratellino e i bisnonni di Eitan Biran, 6 anni (in tutto morirono 14 passeggeri della funivia precipitata) il piccolo era stato affidato dal Tribunale di Torino alla zia paterna, Aya Biran, che vive in provincia di Pavia con il marito, Or Nirko, e due figlie che frequentano le stesse scuole di Eitan. Cosa su cui non erano d'accordo i genitori di Tal Peleg, la mamma del piccolo. Per questo, secondo la ricostruzione dei fatti, il nonno Shmuel Peleg, l'11 settembre scorso aveva portato con sé  il bimbo in Israele, quando avrebbe dovuto riconsegnarlo alla zia paterna dopo un periodo passato con lui, una decisione non comunicata alla donna che poi ha denunciato Shmuel Peleg, per sottrazione di minori e la Procura di Pavia ha aperto un fascicolo di indagine per sequestro di persona.


La zia materna ha chiesto di adottare Eitan

I parenti materni di Eitan hanno denunciato nel corso del dibattimento presso il Tribunale della Famiglia di Tel Aviv di non aver avuto il tempo materiale, dopo la tragedia, di intraprendere l'iter di affidamento del nipote; ora la zia materna Gali Peleg ha chiesto di poter adottare Eitan.  La forte conflittualità tra le due famiglie si è però attenuata in occasione del processo, tanto che sono ripresi i contatti e le visite anche della zia paterna Aya al bimbo, durante queste settimane per consentire a Eitan di vivere in modo meno traumatico questa esperienza.


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