Festa del Cinema di Roma 2022, Ramona mette in scena le isterie e le nevrosi di una donna alla disperata ricerca del senso della vita…e del cinema

Festa del Cinema di Roma 2022, Ramona mette in scena le isterie e le nevrosi di una donna alla disperata ricerca del senso della vita…e del cinema

Festa del Cinema di Roma 2022, Ramona mette in scena le isterie e le nevrosi di una donna alla disperata ricerca del senso della vita…e del cinema   Photo Credit: Fotogramma.it


18 ottobre 2022, ore 21:15

Presentato oggi in Concorso all'Auditorium Parco della Musica di Roma e diretto da un esordiente Andrea Bagney, sembra imitare in tutto e per tutto lo stile tipico della Nouvelle Vague francese

Si è chiusa anche la sesta giornata della Festa del cinema di Roma e mentre gli occhi sono tutti puntati sulla proiezione di domani del nuovo film di Steven Spielberg, oggi è stata la volta di altri film in concorso nella sezione PROGRESSIVE CINEMA – VISIONI PER IL MONDO DI DOMANI. 

RAMONA, LA TRAMA DEL FILM

Oggi è toccato a Ramona, film spagnolo diretto dall'esordiente Andrea Bagney. La trama della pellicola è molto semplice e cristallina. Ramona è un'aspirante attrice trentenne in cerca della propria identità, ora bionda ora bruna, ora entusiasta ora dubbiosa, ora innamorata del fidanzato Nico, ora attratta dal regista Bruno. Un andirivieni di dialoghi, monologhi, passeggiate e riflessioni sulla vita e sul cinema.

RAMONA, LA RECENSIONE

Libero, personale e molto riservato. Tutto giocato su uno stile anarchico e totalmente illogico, Ramona è la messa in scena dei nubifragi esistenziali di una protagonista che cerca nelle azioni della quotidianità il senso della vita e soprattutto tenta di capire che ruolo vuole interpretare. Non a caso è un'attrice che prova attrazione per il suo regista pur rimanendo fedele al suo compagno. È una ragazza piena di vita che sembra non aver paura di provare qualsiasi tipo di emozione. Si muove pedinata da una macchina a mano in una Madrid in bianco e nero che riconquista i colori solo quando entra in gioco l'occhio del cinema. Il film infatti è anche una (ennesima) riflessione meta testuale sul mezzo audiovisivo, sul potere della settima arte e su come può essere una perfetta cassa di risonanza delle nostre emozioni. Il clima e lo stile così personale della pellicola, dove le scene e le sequenze assomigliano ad un serie di appunti sparsi a cui si cerca di mettere ordine, ricordano vagamente anche quell' atmosfera che si respirava nel film del 1993 di Nanni Moretti Caro Diario, che con Ramona di Andrea Bagney ne condivide anche la suddivisione in episodi e capitoli. Tra una citazione di Woody Allen e una quasi alla Bergman (il finale con quello sguardo in macchina sembra evocare “Monica e il desiderio”) Ramona è una pellicola leggera a tratti eccessivamente pretenziosa, che riesce comunque conquistare lo spettatore con dialoghi ben scritti e una regia molto creativa e spontanea. È impossibile poi dimenticare l'interpretazione della protagonista, vero e proprio perno del film che trasporta con grande vitalità in questo vortice irrazionale e folle.



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