Flop: il nuovo album di Salmo spazia tra generi e argomenti senza aver paura di farlo, parla senza chiedere di parlare

Flop: il nuovo album di Salmo spazia tra generi e argomenti senza aver paura di farlo, parla senza chiedere di parlare

Flop: il nuovo album di Salmo spazia tra generi e argomenti senza aver paura di farlo, parla senza chiedere di parlare


05 ottobre 2021, ore 13:00

Lo slalom tra i 17 brani mostra un viaggio tra tematiche controverse, Salmo vuole dirci come la pensa e lo fa a modo suo. Che ci piaccia o no, commerciale o no, vecchio o nuovo; il viaggio non ha fine quando guarda avanti, e non trova mai una risposta balzando tra l’affermazione di un concetto e la sua netta negazione.

Il 1 Ottobre 2021 è uscito Flop, il sesto album in studio del rapper sardo, Salmo. La copertina ci scruta con uno sguardo insofferente: quello dell’”Angelo Caduto” di Alexandre Cabanel (dipinto rappresentante la ribellione nello sguardo di Lucifero, appena caduto dal cielo) e l’estetica cruda rappresenta bene un disco che è figlio di un periodo duro come quello della pandemia. Salmo racconta infatti di come la scrittura di “Flop” gli abbia salvato l’anima, tormentata a causa di cancellazione del tour, rottura con la ex ed ovviamente le mille restrizioni del periodo.

Il disco presenta un artista che, dopo 6 progetti, non ha paura di cambiare, di affrontare gli argomenti più disparati, di andare contro persino il vecchio se stesso e soprattutto non ha, o perlomeno non vuole avere, paura di deludere. Questo lo porta a sonorità diverse, rimbalzando da un lato all’altro come la pallina bianca del biliardo, parlandoci di amore più di quanto non fosse mai stato fatto dallo stesso, di un Dio che non si conosce, di una psiche che si avvolge nella nebbia dell’ignoto.

Le tematiche

Argomento ricorrente, e oserei dire nuovo per quanto concerne le tematiche trattate da Salmo, è Dio. Si proprio lui...l’artista con “Flop” si dimostra, per quanto contrario , non indifferente a questa tematica. La traccia numero 11è : “A Dio”; La traccia si apre con una richiesta: “se ci sei batti un colpo”, tra critiche e provocazioni traspare un autore in profonda riflessione, che non trova risposta. Eppure la traccia non è sola, spesso infatti risuonano parole come Vangelo, Bibbia ma sempre in un contrasto in cui l’autore ripudia ciò che, però, mostra di conoscere o perlomeno osservare con il dovuto distacco.

L’album, inoltre, non si dimostra privo di quel tema ricorrente nella discografia di Salmo, la critica cruda, diretta e carica di quel sarcasmo portato all’estremo. La critica si rivolge, sia in “criminale” che in “antipatico”, alla nuova “wave”, a tutto quell’aspirare ed imitare il contesto urban stile americano (carico di violenza e armi) riportato però in maniera banale e scarica di credibilità, Salmo infatti ci dipinge questo teatrino così’: “nuovi trend, gang gang, flex boy, sneakers bianche, mani sporche… OK”, in queste barre , i reali sentimenti dell’autore sono esasperati ed ironici, ma vengono poi vomitati nel parlato : “Adesso son tutti criminali / Ma a nessuno frega più un cazzo della musica / Siamo diventati il sottofondo di un podcast, un balletto per TikTok / Sembra di vederе un film senza colonna sonora”

Un terzo tema che mi sento di definire “ricorrente”, è quello della vulnerabilità e senso di vuoto che trasudano dalle barre, vuoto che però è colmato da un’osservazione diretta ad esso, uno sguardo che, senza paura, sa guardare dritto al problema. Frasi come: “io che cerco l’anima ci trovo solo il corpo”mi sono guardato dentro e ti giuro non c’era nessuno” aprono ad una visione intima dell’artista.

Salmo ci parla anche dell’amore, lo fa in “kumite”, “marla” e “l’angelo caduto”. Ci porta dentro un cuore che non vuole ma soffre, di fronte all’impotenza di un sentimento che si costruisce in due. Salmo anche qui ci scuote portandoci tra gli angoli delle sue riflessioni: “Vuoi qualcuno che ti ami o che lenisca l’insicurezza?

Tra distorsioni e suoni stile “vecchio Salmo”, prendiamo schiaffi in faccia da un autore che, è risaputo, non la prende con troppa leggerezza. I contrasti in questo disco non ci mancano, ed è proprio tra le danze del cervello, che le riflessioni ci pervadono

L’importanza di cambiare ed innovarsi

Partiamo dal presupposto che Salmo, inevitabilmente, è cambiato sia come persona che come artista. Queste metamorfosi naturali, che viviamo anche noi ogni giorno, spesso vengono capite a fatica dai fan più viscerali che si dimostrano spesso restii verso le aperture ai nuovi orizzonti. Però l’artista Sardo, seppur nella contraddizione, non smette di stupirci e di girare le carte. E continua a ribadirci quanto questo lo compiaccia, e quindi perché non farlo anche noi? Questo disco è un po’ quel mazzo di chiavi di cui ci canta, e ognuna ha qualcosa per noi, se usiamo quella giusta.


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