Un lungo post sui social per lanciare un allarme sull’ennesimo sito che fa visualizzazioni sfruttando i corpi delle donne, spogliati utilizzando l’intelligenza artificiale. É quello pubblicato ieri dalla giornalista, scrittrice e conduttrice Francesca Barra, che ha denunciato di essersi imbattuta in alcune foto, manipolate, che la ritraevano nuda, pubblicate su una piattaforma online per adulti.
IL SITO
Il sito, di cui non faremo il nome per non regalargli ulteriore pubblicità, sarebbe online da almeno un paio d'anni. Un lasso di tempo in cui avrebbe pubblicato
immagini anche di una serie di donne famose, a cui era dedicata un'apposita sezione. Nell'elenco figurerebbero giornaliste, modelle, politiche italiane, tutte note, i cui corpi sono stati manipolati con la tecnologia.
La Polizia postale ha avviato un'indagine.
LE PAROLE DI FRANCESCA BARRA
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Non sono io, ma qualcuno ha deciso di costruire quella menzogna per ottenere attenzione e insinuare il dubbio che potessi essermi mostrata in quel modo" ha spiegato la giornalista. "
Ho pensato ai miei figli e ho provato imbarazzo e paura per ciò che avrebbero potuto sentire o leggere, se quelle immagini fossero finite nelle mani sbagliate" ha aggiunto,
scrivendo a chiare lettere che si tratta di violenza, di un abuso, di un reato. "
Ho pensato alle ragazze che subiscono la stessa violenza digitale e che forse non hanno i miei stessi strumenti per difendersi o la mia forza per reagire" ha sottolineato Barra, ribadendo la necessità di
denunciare.
"Nessuno può utilizzare, sfruttare la tua immagine senza il tuo consenso e questo è fondamentale perché riguarda ogni ambito, anche quando pensano di aver avuto in qualche modo il tuo consenso e non c'era un "sì" chiaro e deciso, in altri ambiti naturalmente" ha detto la conduttrice in un video successivo, ringraziando quanti le hanno espresso solidarietà.
NON É LA PRIMA VOLTA
Non è la prima volta che accadono episodi di questo tipo. Negli scorsi mesi era stato oscurato il sito sessista
Phica, che pubblicava immagini manipolate di donne, tra cui esponenti politici, come la premier Giorgia Meloni. Quest'estate invece era stato chiuso il gruppo Facebook in cui uomini si scambiavano foto "rubate" delle proprie partner. Anche se il dubbio che non siano casi isolati, resta.