Gaza, Mattarella alla Flotilla: “Dite sì alla mediazione della Chiesa”. La risposta: “Ma no a cambi di rotta”

Gaza, Mattarella alla Flotilla: “Dite sì alla mediazione della Chiesa”. La risposta: “Ma no a cambi di rotta”

Gaza, Mattarella alla Flotilla: “Dite sì alla mediazione della Chiesa”. La risposta: “Ma no a cambi di rotta”   Photo Credit: AnsaFoto.it


26 settembre 2025, ore 15:34

Il Presidente della Repubblica ha invitato gli attivisti ad accogliere la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme a farsi carico della consegna degli aiuti ai palestinesi della Striscia. La replica: "Non possiamo accettare così questa proposta”

Il messaggio parla chiaro: «Iniziativa di valore ma fermatevi e accettate la mediazione». Eccolo l’appello del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella agli attivisti della Sumund Flotilla perché accettino la mediazione del Patriarcato latino di Gerusalemme e consegnino alle sue strutture gli aiuti destinati a Gaza. Ma il messaggio in bottiglia direttamente dal Quirinale viene parzialmente respinto, attraverso le parole della portavoce per l'Italia della Flotilla Maria Elena Delia: “Non possiamo accettare di lasciare gli aiuti a Cipro perché significa ammettere che si lascia operare un governo in modo illegale senza poter fare nulla”. Tuttavia uno spiraglio c’è ancora: “Siamo pronti a valutare mediazioni, ma non cambiando rotta”, aggiunge Delia.

Il monitoraggio

Fattostà che si è arrivati all'appello del capo dello Stato con un monitoraggio fatto di molte telefonate partite e arrivate al Colle, con l’esecutivo, con la Cei di Matteo Zuppi, poi ieri una telefonata tra Mattarella e Giorgia Meloni. Un colloquio in cui il Presidente ha comunicato alla premier la decisione di far sentire la voce del Quirinale per una mediazione forte, necessaria ed urgente. L’obbiettivo è quello di evitare il peggio. Così Mattarella ha scelto di scendere in campo nello scontro tra maggioranza e opposizione sul destino della Flotilla. Intende in qualche modo riavvicinare Giorgia Meloni, Elly Schlein e Giuseppe Conte. Nel nome della pace, dei martoriati palestinesi di Gaza e nel nome del nostro Paese. A Palazzo Chigi garantiscono che «non è stata Meloni a chiedere l’intervento del presidente della Repubblica», ma lasciano trapelare la soddisfazione e il sollievo per l’appello di Mattarella ad accogliere la collaborazione della Chiesa per consegnare gli aiuti ai Palestinesi.

Il rifiuto

Di sicuro però il no a Mattarella che fino a questo momento arriva dalla Flotilla non aiuta a svelenire il clima. “Lo scopo – continuano a ripetere e spiegano con tanto di slide – non è semplicemente portare aiuti, perché il sistema di distribuzione non funziona. Gaza rimane una prigione a cielo aperto in cui Israele decide cosa e chi far entrare e questo anche grazie alla comunità internazionale che lo ha permesso”.

La mediazione

Ma se la situazione cambiasse, margini per una mediazione forse ci potrebbero essere, c’è una discussione in corso, con un unico punto saldo – affermano - fare quello che è meglio per Gaza, non per gli equipaggi. “Lo abbiamo detto fin dal principio. Questa missione nasce perché i governi sono stati inerti, per fare quello che avrebbero dovuto fare in soccorso di una popolazione contro cui la fame viene usata come arma di guerra e contro un genocidio in corso. Se comporta che gli Stati finalmente agiscano nei confronti di Israele con sanzioni, pressioni e embargo perché finalmente rispetti il diritto internazionale – come chiede anche l’Onu – possiamo ragionare”.



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