Genova: uccise la sorella, confermata in appello la condanna a 24 anni e mezzo per Alberto Scagni

Genova: uccise la sorella, confermata in appello la condanna a 24 anni e mezzo per Alberto Scagni

Genova: uccise la sorella, confermata in appello la condanna a 24 anni e mezzo per Alberto Scagni   Photo Credit: agenziafotogramma.it


16 aprile 2024, ore 17:30

Alberto Scagni uccise la sorella Alice, 34 anni, sposata da poco e madre di un bimbo con 24 coltellate, sotto casa della donna

Il sostituto procuratore generale Ezio Castaldi aveva chiesto l'ergastolo per Alberto Scagni, l'uomo che il primo maggio 2022 uccise la sorella Alice sotto casa a Quinto. La Corte d’assise d’Appello di Genova ha deciso invece di confermare la sentenza di primo grado, 24 anni e mezzo con la dichiarazione di seminfermità mentale

Un delitto atroce

Secondo il procuratore generale infatti il delitto fu premeditato da Scagni. Sette ore prima dell'omicidio, l’uomo aveva chiamato al telefono i genitori, minacciando di morte loro, la sorella e il cognato, se non avesse ricevuto dei soldi. Il padre aveva chiamato la Questura ma le volanti non erano intervenute perché a loro dire, "non c'era un pericolo attuale e concreto”. Una motivazione peraltro accolta dal giudice che aveva archiviato il procedimento a carico di due agenti di polizia e una dottoressa della Salute mentale indagati nell'inchiesta sulle presunte omissioni e carenze nella gestione di Alberto nelle settimane precedenti il delitto, così come avevano denunciato i genitori. Alla stessa conclusione e cioè che era impossibile prevedere il gesto omicida di Alberto Scagni è giunta anche la Corte d’Assise d’appello di Genova. .


Alberto Scagni picchiato in carcere e ridotto in coma, a fine 2023

Alice venne uccisa dal fratello sotto casa, con 24 coltellate aveva solo 34 anni, era un brillante avvocato, sposata e mamma di un bimbo di poco meno di un anno. Secondo quanto è emerso nel corso delle indagini e della vicenda processuale, forse questa sua vita serena e piena aveva acuito il risentimento del fratello, disoccupato da poco, e instabile mentalmente. La difesa di Scagni ha sempre sostenuto la necessità di fare scontare la pena all’uomo in una struttura sanitaria prima dell’esecuzione in carcere. Nei mesi scorsi, tra l’altro, Scagni era stato ridotto in fin di vita da due detenuti maghrebini nella cella che condividevano nel carcere di Sanremo, e in precedenza era stato picchiato anche nell'istituto penitenziario di Genova.


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