Giornata della memoria, Segre, nulla vada perduto di tutto il dolore di così tante vittime

Giornata della memoria, Segre, nulla vada perduto di tutto il dolore di così tante vittime

Giornata della memoria, Segre, nulla vada perduto di tutto il dolore di così tante vittime


27 gennaio 2020, ore 13:00

Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento nazista di Auschwitz

"Se perdiamo la memoria, annientiamo il futuro. L'anniversario dell'Olocausto, l'indicibile crudeltà che l'umanita' scoprì 75 anni fa, sia un richiamo a fermarci, a stare in silenzio e fare memoria. Ci serve, per non diventare indifferenti". Lo ha detto Papa Francesco su Twitter oggi, nella giornata della memoria. Il 27 gennaio del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento nazista di Auschwitz. La senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta all'orrore dei campi di concentramento, ha spiegato: "Faccio mie le parole del Pontefice perché le sento profondamente, dopo aver vissuto quel periodo che per me e' indimenticabile e di cui, per forza di cose mi sono fatta testimone. Per tanti e tanti anni ho incontrato ragazze e ragazzi raccontando la mia storia, ma senza mai parlare di odio. E anche questo e' un altro aspetto in cui mi trovo d'accordo con il Papa: 'dissodare il terreno su cui cresce l'odio, seminandovi pace'. Mi batto da tanti anni affinché nulla vada perduto di tutto il dolore di cosi' tante vittime. Nulla vada dimenticato dei fatti orribili e indicibili che sono accaduti ad Auschwitz e negli altri campi". Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto: "La Shoah per il suo carattere unico e terribile trascende la dimensione storica del suo tempo e diventa monito perenne e lezione universale". Il Capo dello Stato ha aggiunto: "In Italia, sotto il regime fascista, la persecuzione di cittadini italiani ebrei non fu, come a qualcuno ancora piace pensare, all'acqua di rose. Fu feroce e spietata. Il carnefice e la vittima non può esserci mai una memoria condivisa; il perdono esiste e concerne la singola persona offesa, ma non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato". Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha sottolineato che il "ricordare e condividere resta sempre il miglior antidoto alla recrudescenza dell'antisemitismo e, più in generale, alla barbarie della discriminazione".

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