Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, a RTL 102.5: "Sarebbe meglio adottare misure segmentando la società sulla base del rischio"

Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, a RTL 102.5: "Sarebbe meglio adottare misure segmentando la società sulla base del rischio"

Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria, a RTL 102.5: "Sarebbe meglio adottare misure segmentando la società sulla base del rischio"


27 ottobre 2020, ore 09:56 , agg. alle 14:50

Il governatore ligure, ospite di Non Stop News, ha commentato le recenti misure restrittive introdotte con il nuovo Dpcm, "Importante riaprire i ristoranti fino alle 23.00"

Giovanni TotiPresidente della Regione Liguria, ha commentato le ultime disposizioni in tema di contenimento del contagio da Coronavirus, introdotte con l'ultimo Dpcm, varato il 25 ottobre e valido fino al 24 novembre. La situazione contagi sul territorio ligure si mostra diverso a seconda delle zone: “La situazione è diversa nelle varie zone, tra città e provincie, ed è in crescita a Genova come ovunque. Eravamo già intervenuti prima delle misure restrittive del Governo, poiché Genova è una città dove il virus ha circolato e circola ancora molto, con pressione sugli ospedali. Nel resto della Regione sta crescendo, ma meno che a Genova: qui sono soprattutto malati con media e bassa terapia di intensità di cura e ci sono meno morti, che è la notizia migliore del momento”.

Tra le principali critiche mosse verso l'esecutivo da parte di governatori e sindaci la mancanza di dialogo e Toti ha commentato così: “Dialoghiamo costantemente con il Governo, diamo i nostri suggerimenti che talvolta vengono accolti e talvolta no. Questo DPCM contiene misure che andavano prese perché è indubbio che questo virus stia crescendo, non so se quelle che abbiamo preso saranno efficaci o no o se sono socialmente eque - ha spiegato il governatore - rilevo che negli ospedali chi sta peggio sono i più fragili, gli anziani, i pluripatologici e loro devono essere protetti di più. Se noi diciamo che il vero problema è trovare un punto di equilibrio tra il contenimento della pandemia e non uccidere l’economia, abbiamo bisogno di trovare un punto di equilibrio di lungo periodo. Per questo dico che bisognerebbe lasciare vivere e lavorare il Paese e proteggere le persone più fragili e non chiudere selettivamente pezzi di Paese sulla base di ragionamenti che mi convincono poco. Abbiamo diviso il mondo tra il superfluo e il necessario dando per scontato quali lavori siano l’uno e quali l’altro, ma bisogna stare attenti a dividere il mondo in modo così manicheo. Non credo che possiamo fare come Israele che ha vietato di uscire di casa a tutta una serie di categorie di persone, perché sarebbe illegale e incostituzionale, però costruire delle situazioni di questo genere sì, potremmo segmentare la società sulla base del rischio. Non credo che si possano fare modifiche a questo decreto e non mi auspico neanche che lo facciano, non si possono cambiare le regole ogni tre ore, altrimenti facciamo una grande confusione. Sulla protesta scatenata dagli addetti del settore ristorazione circa la misura prevista nel Dpcm, in cui si ordina la chiusura di bar, ristoranti e pasticcerie alle 18.00, fatta salva la possibilità del servizio d'asporto e delle consegne a domicilio, Toti ha sottolineato l'importanza di una modifica in questo senso: "Se almeno si riaprissero i ristoranti fino alle 23.00 faremmo un minor danno, trattandosi della categoria più colpita in assoluto. I bar sono colpiti, però fino alle 18.00 hanno uno spazio di lavoro, ma i ristoranti perdono il 70%-80% del fatturato”. 


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