Giudici contro l'Associazione Nazionale Magistrati, la nota un errore, rischiamo castopoli

Giudici contro l'Associazione Nazionale Magistrati, la nota un errore, rischiamo castopoli

Giudici contro l'Associazione Nazionale Magistrati, la nota un errore, rischiamo castopoli


30 marzo 2021, ore 13:00 , agg. alle 09:18

In molti si sono espressi contro il comunicato della Giunta Esecutiva Centrale che invitava i dirigenti degli uffici giudiziari a ''rallentare'' o addirittura a ''sospendere'' l'attività giudiziaria non urgente

Uno dei primi ad intervenire oggi nella polemica che riguarda i magistrati bocciando chi voleva una corsia preferenziale per i vaccini è il procuratore di Milano, Francesco Greco. "Sono d'accordo con le indicazioni date dal governo per quanto riguarda il piano vaccinale". La polemica era nata dopo la decisione del Governo di eliminare il comparto di tutti gli operatori dei tribunali "dalle categorie cui offrire il vaccino in via prioritaria" ed il conseguente comunicato di due giorni fa dell' Anm. 

Cosa aveva detto l'Anm

La posizione dell'Anm, ridimensionata ieri, dopo le polemica era stata chiarissima. L’esclusione del comparto giustizia dal piano vaccinale imporrà fin da subito, scriveva domenica l’ANM, un sensibile rallentamento di tutte le attività giudiziarie «che devono essere necessariamente svolte in presenza», causando un allungamento dei tempi di definizione dei processi. Per questo motivo l’associazione ha invitato i lavoratori della giustizia a rallentare i lavori o addirittura a sospenderli: "L’ANM invita i dirigenti degli uffici giudiziari, con la sollecitudine che la gravità del momento richiede, ad adottare, a tutela della salute, energiche misure organizzative al fine di rallentare immediatamente tutte le attività dei rispettivi uffici, senza escludere, nei casi più estremi, anche la sospensione dell’attività giudiziaria non urgente". Le parole non lasciavano spazi a dubbi di nessun tipo. 

Le parole di Di Pietro

E nella polemica è intervenuto anche un ex-magistrato. Ai tempi di Tangentopoli il magistrato più famoso d'Italia, Antonio Di Pietro. ''In un'aula di giustizia, durante le udienze di un processo, chi c'è? Escludiamo pure il pubblico perché c'è la pandemia. Dunque: ci sono i magistrati, gli avvocati, gli imputati, i testimoni, i cancellieri, gli uscieri. E un cartello con scritto: la legge è uguale per tutti. E allora, perché soltanto i magistrati dovrebbero essere vaccinati in via prioritaria?"." 'Il vaccino è un diritto per tutti - aggiunge Di Pietro - Quindi ogni cittadino avrebbe diritto a essere vaccinato subito, adesso, in questi giorni. Ma siccome non ci sono vaccini sufficienti, bisogna proteggere per primi i più deboli. Gli anziani ei malati''. "Chiedere di essere inseriti nelle liste prima degli altri, secondo l'ex pm di Mani pulite, "è commettere un abuso. I magistrati conoscono, devono conoscere la legge. E sanno, devono sapere che la legge non concede loro alcuna priorità rispetto agli altri cittadini''. Dire che 'la nostra è una professione senza la quale non si può andare avanti' "è peggio ancora che un abuso: è un ricatto". Sanno che c'è bisogno del loro lavoro e minacciano: se non ci vaccinate per primi, blocchiamo la giustizia".

La voce critica di alcuni componenti del Comitato Direttivo dell' Anm

"Un comunicato sbagliato nel metodo e nel merito". A definire in questo modo il comunicato dell'Anm di due giorni fa in cui i magistrati annunciavano di essere pronti allo stop dei processi se non fosse stato vaccinato il comparto giustizia sono alcuni componenti dello stesso Comitato Direttivo Centrale dell'Associazione nazionale dei magistrati. Si tratta di Maria Angioni, Giuliano Castiglia, Ida Moretti e Andrea Reale, che fanno parte della lista ArticoloCentouno. I giudici parlano del rischio di essere considerati "Castopoli". "Abbiamo appreso del comunicato della Giunta Esecutiva Centrale dell'Anm che invita i dirigenti degli uffici giudiziari a ''rallentare immediatamente'' o addirittura a ''sospendere'' l'attività giudiziaria non urgente in mancanza di interventi normativi volti alla limitazione dell'attività giudiziaria sull'intero territorio nazionale - contestualmente alla sua divulgazione ai mass media.


Un madornale errore strategico

Non lo condividiamo", dicono i magistrati. "Nel metodo, il mancato coinvolgimento delle altre categorie interessate, ingiustificato e incomprensibile, costituisce un madornale errore strategico e una grave mancanza di rispetto nei confronti di chi, avvocati, magistrati onorari, personale amministrativo, al pari dei magistrati ordinari, è quotidianamente coinvolto nel e dal servizio giustizia - dicono i magistrati - Ma, soprattutto, in palese violazione dello Statuto e delle prerogative del Comitato Direttivo Centrale, la Gec ha assunto una determinazione estranea alle sue competenze (prettamente esecutive), peraltro discostandosi dalla deliberazione assunta all'unanimità in occasione dell'ultima riunione del Cdc dell'Associazione, tenutasi meno di quindici giorni prima e a condizioni immutate". "Considerata la portata senza precedenti della determinazione, si tratta di un gravissimo vulnus alla democraticità dell'Associazione, che si aggiunge agli altri che si stanno pericolosamente consumando in questi stessi giorni - proseguono i magistrati di ArticoloCentouno - Nel merito, l'invito ai dirigenti degli uffici giudiziari è inaccettabile.


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