Giustizia, Montecitorio dice sì per la seconda volta alla separazione delle carriere. Ma poi scoppia la rissa
Giustizia, Montecitorio dice sì per la seconda volta alla separazione delle carriere. Ma poi scoppia la rissa Photo Credit: AnsaFoto.it/Fabio Frustaci
18 settembre 2025, ore 15:30
Il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani: “Dal Partito Democratico e dal Movimento Cinque Stelle minacce sotto i banchi dell’esecutivo, ma non mi intimidiscono venti deputati dell’opposizione. E io non ho applaudito”
Da un lato il terzo via libera alla separazione delle carriere tra giudici e Pm, dall’altro lo sdegno per Gaza. La miccia che accende la rissa nell'Aula della Camera.
La bagarre
Accade pochi minuti dopo le 12, quando il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia, Tajani, esulta in piedi dal suo scranno per la «grande vittoria» nel nome di Berlusconi, il viceministro alla Giustizia Sisto stringe i pugni verso il cielo, e Pd, Avs e 5S insorgono. Scendono verso i banchi del governo Fornaro, Cuperlo, Stumpo, Amendola e poi anche Elly Schlein. Gridano tutti, un gruppetto di deputati viene alle mani, i commessi faticano a riportare la calma. Così la seduta viene sospesa. Poi, arrivano i commenti. La premier Giorgia Meloni dichiara: “Avanti con determinazione per consegnare alla Nazione una riforma storica e attesa da anni». E il vicepremier Tajani smentisce di aver applaudito. Chi rimane in Aula sono gli esponenti dell'opposizione. Che annunciano l'occupazione, fino a quando la presidente del Consiglio non si presenterà per intervenire sulla crisi in Medio Oriente
La separazione
Intanto, una Separazione strutturale tra magistratura requirente e giudicante, il conseguente sdoppiamento del Csm e l'istituzione di un'Alta Corte Disciplinare per i magistrati. E' quanto prevede la riforma costituzionale della giustizia che oggi è stata approvata in terza lettura dalla Camera e ora torna all'esame del Senato per il quarto passaggio parlamentare in vista del referendum confermativo in programma a primavera 2026. Il disegno di legge interviene sull'art.104 della Costituzione introducendo una Separazione netta tra le funzioni di requirente e giudicante. Allo stato attuale si accende in magistratura attraverso un concorso unico, i magistrati possono svolgere funzione tanto di giudicante quanto di inquirente e hanno la possibilità di cambiare ruolo nel corso della loro carriera. Un assetto che la riforma ribalta, prevedendo un concorso che obbliga a scegliere sin dall'inizio la carriera di giudicante o di requirente: in pratica, non sarà più possibile "migrare" da un ruolo all'altro. Così anche il Csm, che attualmente gestisce nomine, trasferimenti e adotta provvedimenti disciplinari per pm e giudici, si sdoppia in due distinti organi di autogoverno: il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente. La presidenza di entrambi gli organi è attribuita al Presidente della Repubblica, mentre sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo Presidente della Corte di Cassazione e il Procuratore generale della Corte di Cassazione.
Le altre novità
Novità anche sulla composizione dei due Consigli: saranno estratti a sorte, per un terzo da un elenco di professori e avvocati compilato dal Parlamento in seduta comune e, per i restanti due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e tra i magistrati requirenti. Si prevede, inoltre, che i vicepresidenti di ciascuno degli organi siano eletti fra i componenti sorteggiati dall'elenco compilato dal Parlamento. A vigilare sull'operato dei magistrati (compito attualmente in capo al Csm) sarà istituita un'Alta Disciplinare, composta da 15 giudici: 3 nominati dal presidente della Repubblica; 3 estratti a sorte da un elenco compilato dal Parlamento in seduta comune; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti in possesso di specifici requisiti; estratti a sorte tra i magistrati requirenti in possesso di specifici requisiti. Una volta incassato il secondo via libera dall'aula di Palazzo Madama, il disegno di legge costituzionale sarà sottoposto a referendum: saranno i cittadini italiani, a primavera prossima, a decidere se approvare o bocciare la riforma che ridefinisce per sempre l'assetto della magistratura italiana.
