Giustizia, via libera definitivo del Senato alla riforma. Meloni: «E’ storia»; Schlein: “Vuole le mani libere”

Giustizia, via libera definitivo del Senato alla riforma. Meloni: «E’ storia»; Schlein: “Vuole le mani libere”

Giustizia, via libera definitivo del Senato alla riforma. Meloni: «E’ storia»; Schlein: “Vuole le mani libere”   Photo Credit: AnsaFoto.it/Fabio Frustaci


30 ottobre 2025, ore 16:25

Il ddl-Nordio sulla separazione delle carriere di pubblici ministeri e giudici approvato con 112 sì. Scintille in Aula fra maggioranza e opposizione. FI in piazza con foto di Silvio Berlusconi ed Enzo Tortora. Il referendum confermativo tra marzo e aprile

Come da previsioni disco verde di Palazzo Madama in quarta lettura per la riforma costituzionale che contempla la separazione delle carriere della magistratura. Il disegno di legge, confezionato dalla premier Giorgia Meloni e dal Guardasigilli Carlo Nordio, ha incassato 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni.

Il 4° passaggio

Era l'ultimo passaggio parlamentare, come stabilisce la Costituzione: in tutte e quattro le letture il testo del Ddl Nordio non è mai stato cambiato. Ma dato che il voto non ha avuto i due terzi dei sì, in primavera si svolgerà il referendum confermativo. Secondo Giorgia Meloni l'approvazione è un «traguardo storico» e «un passo importante verso un sistema più efficiente, equilibrato e vicino ai cittadini. Un traguardo storico e un impegno concreto mantenuto a favore degli italiani. Ora la parola passerà ai cittadini, che saranno chiamati ad esprimersi attraverso il referendum confermativo. L'Italia prosegue il suo cammino di rinnovamento, per il bene della Nazione e dei suoi cittadini. Perché un'Italia più giusta è anche un'Italia più forte».

Il referendum

Il referendum per una riforma costituzionale, chiamato anche referendum confermativo, occorre quando una legge di revisione costituzionale viene approvata da entrambe le Camere con la maggioranza assoluta, ma non con la maggioranza dei due terzi, e la richiesta viene presentata entro tre mesi dalla pubblicazione da un quinto dei membri di una Camera o da 500 mila elettori o da cinque Consigli regionali. E proprio sulla consultazione che si terrà in primavera, Nordio ha lanciato un monito alla magistratura: «È bene che esponga tutte le sue ragioni tecniche razionali che possono meditare contro questa riforma. Ma per l'amor del cielo non si aggreghi - come effettivamente ha già detto, ammesso e io lo ringrazio il presidente Parodi - a forze politiche per farne una specie di referendum pro o contro il governo. Questo sarebbe catastrofico per la politica, ma soprattutto per la stessa magistratura». Lo stesso ministro ha assicurato che si «spenderà per il referendum», affinché venga approvato.

Berlusconi

Una vittoria, quella del centrodestra, che il ministro Nordio dedica «alla democrazia» e non, come in molti hanno sostenuto in questi mesi, a Silvio Berlusconi, l'ex premier morto il 12 giugno 2023 e ritenuto nel centrodestra un «perseguitato dalla toghe rosse». Chi invece dedica questo «sì» a Berlusconi è Adriano Galliani: ««Il mio pensiero va in cielo. Dall'alto ci vede ed è felice. È una giornata dedicata ai sentimenti. Ora - bisogna lavorare sul referendum». Forza Italia, il partito fondato dall'ex premier, ha esposto un maxi striscione con il volto di Berlusconi, mentre in piazza Navona alla manifestazione pro riforma della giustizia è stata esposta anche una foto, più piccola e in bianco e nero di Enzo Tortora. Subito dopo il voto, invece, i senatori del Pd, del M5s e di Avs hanno protestato, mostrando cartelli con la scritta «No ai pieni poteri». Duri i commenti dei leader della sinistra, da Schlein a Conte a Bonelli e Fratoianni.


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