Governo, domani il Consiglio dei ministri vara la riforma della concorrenza, Draghi non vuole più rinviare

Governo, domani il Consiglio dei ministri vara la riforma della concorrenza, Draghi non vuole più rinviare

Governo, domani il Consiglio dei ministri vara la riforma della concorrenza, Draghi non vuole più rinviare


03 novembre 2021, ore 19:15

Il testo doveva essere varato giovedì, insieme alla manovra, ma era emerso un braccio di ferro sulle concessioni per lo smaltimento dei rifiuti. Altro elemento di frizione, i venditori ambulanti, con l’apertura per la partecipazione europea alle licenze

Come al solito la cabina di regia a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi ha preceduto il Consiglio dei ministri: nella riunione di domani è atteso il disegno di legge di riforma della disciplina sulla concorrenza, con successiva conferenza stampa del presidente del Consiglio. Il testo doveva essere varato giovedì scorso, insieme alla manovra economica, ma era emerso un braccio di ferro, in particolare sulle concessioni per lo smaltimento dei rifiuti. Altro elemento di frizione, i venditori ambulanti: in questo caso c’è l’apertura pure per la partecipazione europea per la gara delle licenze.  Prevista anche un'operazione trasparenza su tutte le concessioni.


L’occupazione

Tutto quando al Senato è atteso entro la settimana l’arrivo della legge di bilancio, e tutto quando sul fronte dei posti di lavoro ci sono notizie positive. Difatti, a settembre torna ad aumentare l'occupazione, dopo i cali di luglio e agosto. Rispetto allo scorso gennaio, l'Istat registra un saldo positivo di poco più di 500 mila occupati, dovuto esclusivamente alla ripresa del lavoro dipendente, che cresce di circa 520 mila unità. Il tasso di occupazione è più alto di 1,5 punti percentuali.


Ma…

Nella nota con i dati provvisori di Occupati e disoccupati, l'Istituto statistico ricorda però che, rispetto ai livelli pre-pandemia (ovvero febbraio 2020), il numero di occupati è inferiore di oltre 300 mila unità, il tasso di occupazione e quello di disoccupazione sono più bassi di 0,4 e 0,6 punti rispettivamente, mentre il tasso di inattività è superiore di 0,9 punti. A settembre - spiega l'Istat - rispetto al mese precedente, crescono gli occupati e diminuiscono disoccupati e inattivi.


Il dettaglio

Nel dettaglio, l'aumento dell'occupazione (+0,3%, pari a +59 mila unità), osservato per gli uomini e soprattutto per le donne, coinvolge i dipendenti a tempo determinato, le persone tra i 25-34 anni e gli ultra 50enni. Il tasso di occupazione sale al 58,3% (+0,2 punti). La diminuzione del numero di persone in cerca di lavoro (-1,2%, pari a -2 8mila unità rispetto ad agosto) è più marcata per gli uomini e coinvolge solo chi ha più di 24 anni. Il tasso di disoccupazione cala al 9,2% (-0,1 punti), nonostante l'aumento tra i giovani al 29,8% (+1,8 punti). La diminuzione del numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni, osservata a settembre rispetto al mese di agosto (-0,3%, pari a -46mila unità), coinvolge solamente le donne, i 25-34enni e i maggiori di 50 anni. Il tasso di inattività scende al 35,7% (-0,1 punti). Confrontando il terzo trimestre con il precedente, il livello dell'occupazione è più elevato dello 0,4%, con un aumento di 81mila unità. La crescita dell'occupazione, nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di occupazione (-5,6%, pari a -137mila unità) e alla sostanziale stabilità degli inattivi. Inoltre, a seguito della ripresa dell'occupazione, registrata anche tra febbraio e giugno 2021, il numero di occupati è superiore a quello di settembre 2020 dell'1,2% (+273mila unità); variazioni ancora negative si registrano per gli indipendenti e per i lavoratori tra i 35 e i 49 anni, in quest'ultimo caso solo per effetto della componente demografica. Infatti, il tasso di occupazione - in aumento di 1,0 punti percentuali - sale per tutte le classi di età. Rispetto a settembre 2020, diminuisce sia il numero di persone in cerca di lavoro (-9,1%, pari a -230 mila unità), sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-2,0%, pari a -280 mila), che era aumentato in misura eccezionale all'inizio dell'emergenza sanitaria.


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