Governo, domani il decreto Recovery, poi la legge di bilancio: Draghi alla prova delle pensioni

Governo, domani il decreto Recovery, poi la legge di bilancio: Draghi alla prova delle pensioni

Governo, domani il decreto Recovery, poi la legge di bilancio: Draghi alla prova delle pensioni


26 ottobre 2021, ore 19:45

Dal suo canto nel corso della relazione alla direzione nazionale il segretario del Partito Democratico Enrico Letta declina così la Finanziaria 2022: 1 manovra, 3 capitoli: Salute, Istruzione, Lavoro, e “i giovani al centro, per un futuro di dignità ”

Sarà convocato domani, secondo quanto si apprende da diverse fonti dell’esecutivo, il Consiglio dei ministri per approvare il nuovo decreto Recovery, con le misure necessarie ad accelerare la realizzazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza. La manovra economica, invece, dovrebbe essere oggetto di una successiva riunione del Cdm, ma il taglio delle tasse sarà dettagliato solamente durante l'iter parlamentare del provvedimento. A Palazzo Chigi nel frattempo il premier Mario Draghi ha incontrato di nuovo i sindacati sul nodo-pensioni. E si va verso la proroga dell’Opzione donna e l'estensione dell'Ape sociale ad altre categorie di lavoratori gravosi.


Il Pd

Da parte sua il segretario del Partito Democratico nel corso della sua relazione alla direzione nazionale declina così la legge di bilancio 2022: una manovra, tre capitoli: Salute, Istruzione, Lavoro. Enrico Letta parte dalla considerazione che, seppure il Patto di Stabilità è sospeso, presto verrà ripristinato. In che forma e tempi è tutto da vedere. Ma di certo, non si può pensare di caricare sui giovani ancora più debito di quello che si ritroveranno a causa della pandemia. E' un richiamo alla realtà e alla responsabilità quello lanciato dal leader dem dal Nazareno, nel corso della prima Direzione in presenza dopo tanto tempo: "La legge di bilancio ci traghetterà nelle nuove regole europee: la sospensione del Patto di Stabilità è in corso, ma in futuro ogni spesa dovrà avere una copertura. Non possiamo mettere i giovani al centro e non avere in testa che non far crescere il nostro debito", un impegno che "dobbiamo innanzitutto a loro". Da qui, i 'capitoli' che il Partito democratico intende aprire il Parlamento. La Salute, comincia Letta, "con la necessità di mettere la sanità pubblica al centro del futuro del nostro Paese. L'istruzione, con la necessità di dare certezze a operatori e insegnanti. Il lavoro: "Sono molteplici le questioni che lo riguardano, il nostro ministro Andrea Orlando se ne sta occupando con impegno, la grande priorità ridurre le tasse sul lavoro per spingere i contratti a tempo indeterminato. E anche aiutare le persone ad avere più soldi in busta paga". Un tema, quest'ultimo, su cui il segretario dem - che ha fatto del tema dei giovani un pilastro del suo mandato - si sofferma più volte: "Oggi tutto il dibattito sulla manodopera che non si trova va riportato alla sua dimensione: in Italia gli stipendi sono più bassi a quelli di altri Paesi europei. La nostra battaglia contro gli stage fa parte di questo discorso: il primo stipendio per un giovane deve essere dignitoso, la parola dignità deve tornare centrale quando si parla di lavoro".


Berlusconi e il Colle

‘Di Quirinale si parla dopo la manovra e dopo la "messa a terra" dei progetti del Pnrr’. Enrico Letta inoltre allontana così le voci che lo vogliono già con la testa al pallottoliere del Parlamento, ragionando su nomi e strategie per non farsi trovare impreparato all'appuntamento. "Di Quirinale si parlerà dopo che la legge di bilancio sarà approvata e l'ultima cosa che deve accadere è che" il dibattito sul Quirinale "finisca per asciugare le nostre forze. Dobbiamo concentrarci su altre priorità che in questo momento sono determinanti. Se non acceleriamo sui progetti del Pnrr ne pagheremo le conseguenze domani". Parole che arrivano a 24 ore dal pranzo con Giuseppe Conte che ha dato la stura a teorie sulle intenzioni dei due leader. I nomi che circolano nel Partito Democratico hanno, al momento, la dignità dei desiderata dei singoli esponenti e non rispondono a una strategia precisa, sottolinea una fonte di rango dem. Tra questi c'è il Commissario europeo Paolo Gentiloni, ma anche due padri fondatori come Walter Veltroni e Romano Prodi. Il leader dem, tuttavia, rimanda ogni discorso a dopo la manovra. Con una precisazione: “Ipotesi di voto anticipato in primavera non ce ne sono”.

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