Governo, la legge di bilancio cambia ancora, ma il premier Draghi stoppa un altro Consiglio dei ministri

Governo, la legge di bilancio cambia ancora, ma il premier Draghi stoppa un altro Consiglio dei ministri

Governo, la legge di bilancio cambia ancora, ma il premier Draghi stoppa un altro Consiglio dei ministri


09 novembre 2021, ore 18:42

Muta ‘Opzione donna' rispetto a quanto stabilito a fine ottobre: salta infatti la soglia anagrafica di 60 anni per le uscite delle lavoratrici, viene riportata a 58 per le dipendenti e a 59 per le autonome, com'era previsto finora. Maggioranza soddisfatta

Una riunione convocata di buon mattino per confermare solo in parte quanto già deciso nel Consiglio dei ministri che ha dato il disco verde alla legge di bilancio il 28 ottobre scorso. Il premier Mario Draghi vede il capodelegazione del M5S Stefano Patuanelli, il ministro del Lavoro Andrea Orlando, il responsabile della PA Renato Brunetta e alcuni esponenti del Mef. Assente il titolare dell'Economia, Daniele Franco, impegnato a Bruxelles.


Il rdc

L'impianto del reddito di cittadinanza, al centro del confronto, viene ribadito nella versione uscita dal Cdm dieci giorni fa: dunque, decalage a partire dal primo rifiuto di un'offerta di lavoro congrua, mentre scatta lo stop all'assegno dal secondo no (finora la sospensione partiva dal terzo rifiuto).


Pensioni

Cambia invece 'opzione donna' rispetto a quanto stabilito a fine ottobre: salta infatti la soglia anagrafica di 60 anni per le uscite delle lavoratrici, viene riportata a 58 per le dipendenti e a 59 per le autonome, com'era previsto finora. Una buona notizia secondo tutti i partiti della maggioranza.


La Lega

Intanto nella sala Capitolare di Piazza della Minerva Matteo Salvini vede i suoi per fare il punto proprio sulla manovra. E chiede a gran voce l'aumento "delle pensioni d'invalidità andando a tagliare i furbetti del reddito di cittadinanza", nonché l'incremento "della flat tax, la tassa ridotta per partite Iva, autonomi e piccoli imprenditori fino a 100mila euro di fatturato". Perché sarà il Parlamento a dover dettagliare come impiegare gli 8 miliardi in legge di bilancio destinati al taglio delle tasse. E, c'è da scommetterci, ci sarà da battagliare parecchio.


Lo stop

Nel frattempo crescono i rumors su una nuova cabina di regia, propedeutica a un ulteriore passaggio della manovra nel Cdm di domani. Non per un secondo via libera, ma per un mero passaggio tecnico, "perché il testo è cambiato ed è inevitabile", sostengono fonti di governo. Ma se nuovo Cdm deve essere, allora che si riveda qualche altro tassello dell'impianto, chiedono i grillini: se dal Consiglio dei ministri bisogna passare, Draghi e i suoi cancellino subito il tetto di 25mila euro di Isee per il superbonus villette. Ci pensa Palazzo Chigi a stoppare voci e brusii: "si fa presente che il disegno di legge di Bilancio è stato approvato formalmente dal Consiglio dei Ministri nella riunione di giovedì 28 ottobre. Per questo motivo non si rende necessario alcun nuovo passaggio o esame in Cdm". Il testo andrà dritto in Senato per l'avvio dell'iter parlamentare, ma al momento non si è ancora visto. Domattina, assicurano fonti del Mef, dovrebbe finalmente approdare a Palazzo Madama.


Fdi

Intanto Giorgia Meloni torna a 'spingere' per l'ipotesi di voto politico anticipato nel caso in cui Mario Draghi sia eletto presidente della Repubblica a febbraio. "Sono convinta che Salvini non abbia cambiato idea sul tema delle elezioni. Ho anche parlato con lui e, al di là delle affermazioni, io so che Lega, FdI e FI sono forze che non hanno mai indietreggiato di fronte al tema della libertà dei cittadini di scegliersi un governo", sostiene la presidente di Fratelli d'Italia. In realtà, è vero che un eventuale ricorso al voto anticipato, sulla carta, metterebbe d'accordo tutti i partiti del centrodestra. Ma ogni considerazione è prematura, e le variabili fanno prevalere i dubbi alle certezze nella coalizione. Ieri, Silvio Berlusconi, le cui ambizioni quirinalizie sono state svelate nelle scorse settimane dagli alleati, ha detto che, a suo avviso, Draghi dovrebbe restare a Palazzo Chigi fino alla fine della legislatura, spingendosi ad auspicare per l'ex Bce una "funzione importante anche dopo il 2023". E anche nella Lega, viene spiegato, si attendono "rispettosamente le decisioni" del premier su una eventuale candidatura al Colle. Ogni previsione, si sottolinea, è "prematura" e il timore di Matteo Salvini è che "molti parlamentari, soprattutto M5s, faranno di tutto per non andare a votare". "Berlusconi lo abbiamo sostenuto più volte come presidente del Consiglio, figuriamoci quindi se FdI non lo sosterrebbe alla presidenza della Repubblica", aggiunge poi Meloni. "Ovviamente è la nostra prima scelta, secondo noi avrebbe le carte in regola per fare questo lavoro, ma bisogna valutare i numeri e che cosa voglia fare Draghi, se intende candidarsi oppure no". Quindi, priorità al premier. Se Draghi intendesse candidarsi difficilmente non incontrerebbe il sostegno anche della Lega: Salvini lo ha detto chiaramente. Così come Giancarlo Giorgetti, anche se nella Lega c'è chi sospetta che i reali auspici del ministro dello Sviluppo economico sono per una permanenza di Draghi alla presidenza del Consiglio. In quel caso, nel partito di via Bellerio, come in FI, entrambe in maggioranza, si aprirebbe il problema enorme dell'eventuale sostegno all'ipotesi di un esecutivo diverso, sarebbe il quarto della legislatura, guidato da un altro premier. Le ipotesi di un governo guidato, per esempio, dal ministro Daniele Franco, allo stato attuale divide il centrodestra. E parecchio.


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