Governo, la premier Meloni chiarisce: “Il decreto sugli aiuti a Kiev si farà, e non è contro la pace”
Governo, la premier Meloni chiarisce: “Il decreto sugli aiuti a Kiev si farà, e non è contro la pace” Photo Credit: AnsaFoto.it
03 dicembre 2025, ore 16:20 , agg. alle 16:34
E sulle recenti dichiarazioni dell’ammiraglio Cavo Dragone, che aveva ipotizzato iniziative preventive della Nato contro la Russia sulla cybersicurezza, la presidente del Consiglio in sostanza bacchetta il militare: “Fase delicata, misurare le parole”
Dal Baherin e dal Vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo in un punto stampa la premier Giorgia Meloni, dopo le ultime tensioni nella maggioranza, chiarisce la posizione del governo sul versante del conflitto russo-ucraino.
L’Italia
E allora, l’Italia continua “a lavorare per una pace giusta e sostenibile”, ma “finché c’è la guerra ci saranno le armi per Kiev”. Quindi il decreto relativo, che domani non sarà al Consiglio dei ministri, verrà comunque varato entro il 31 dicembre. Poi, sulle recenti dichiarazioni dell’ammiraglio Cavo Dragone, che aveva ipotizzato atti preventivi della Nato contro la Russia sulla cybersicurezza, la presidente del Consiglio in pratica bacchetta il militare, affermando che “è una fase in cui bisogna misurare le parole”.
Il decreto
Lo ricordiamo, il decreto in oggetto era stato messo martedì mattina all’ordine del giorno del pre-consiglio dei ministri, cioè la riunione tecnica dei capi di gabinetto e capi legislativi dei ministeri che precede le riunioni del governo: proroga per tutto il 2026 degli aiuti militare all’Ucraina. Ma dopo alcune ore di forti frizioni interne al centrodestra, la norma era stata rinviata: fuori dall’ordine del giorno, quindi non andrà al Cdm di domani. Motivo? La contrarietà della Lega di Matteo Salvini che ha ripetuto di voler chiedere all’Unione Europea di non mettere i bastoni tra le ruote nelle trattative di pace tra Ucraina, Stati Uniti e Russia. Nei giorni scorsi Salvini aveva anche detto di essere contrario a nuovi invii di armi per evitare di “alimentare la corruzione” a Kiev. Esternazioni che hanno causato difficoltà a Palazzo Chigi. Da qui la scelta dello slittamento.
Borghi
Adesso Meloni dunque con le sue nuove affermazioni prova a ridimensionare lo scontro e conferma per l’ennesima volta il sostegno a Kiev. Ma per esempio il senatore leghista Claudio Borghi ha già fatto sapere che non voterà il decreto quando arriverà in Parlamento: “Ho detto l’anno scorso che quello sarebbe stato l’ultimo decreto di invio armi che avrei votato, vista la situazione le motivazioni che avevo espresso l’anno scorso non solo sono ancora valide ma sono rafforzate. Da allora l’Ucraina ha perso solo vite e territori e qualcuno ci ha guadagnato. Avevamo ragione su tutto”. Intanto da parte sua il ministro della Difesa Guido Crosetto pensa di fare le comunicazioni in aula sul provvedimento entro Natale.
