Governo, telefonata di un’ora fra il premier Draghi e Putin sui negoziati e sulle forniture di gas

Governo, telefonata di un’ora fra il premier Draghi e Putin sui negoziati e sulle forniture di gas

Governo, telefonata di un’ora fra il premier Draghi e Putin sui negoziati e sulle forniture di gas


30 marzo 2022, ore 19:00 , agg. alle 19:37

Il presidente del Consiglio ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, specie per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. E i due leader hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto

È durata circa un’ora la telefonata tra il premier Mario Draghi e il presidente russo Vladimir Putin. Nella telefonata il presidente russo ha riferito sugli sviluppi dei negoziati di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev, e sulla richiesta di Mosca del pagamento in rubli per le forniture di gas, secondo quanto riferisce il Cremlino, citato dalla Tass.


Chigi

Palazzo Chigi invece scrive che “al centro del colloquio c’è stato l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Il Presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale. E ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia. I due leader hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto”.


M5S

Tutto quando il giorno dopo il duro confronto sull'aumento delle spese militari con il premier Draghi, il presidente M5S Conte mantiene il punto. "Il M5S continuerà a lavorare non per la crisi di governo ma nell'interesse dei cittadini e per offrire soluzioni di buonsenso", la premessa. L'ex premier ha incontrato i senatori del Movimento 5 stelle per arrivare ad una posizione comune in vista del voto sul dl Ucraina nell'Aula di palazzo Madama. Conte due giorni fa ha ottenuto il 94% dei consensi dalla piattaforma per riprendersi la leadership. Il prossimo passaggio dovrebbe essere la convocazione di un consiglio nazionale, ma intanto l'obiettivo è compattare i gruppi sulla posizione riguardo i fondi da destinare alla Difesa. Il governo dovrebbe mettere la fiducia, e blindando il provvedimento decadrebbero tutti gli ordini del giorno e gli emendamenti. Ma in ogni caso il tema delle spese militari resta un dossier aperto. Sia perché nel Def che l'esecutivo presenterà la prossima settimana dovrebbe esserci un riferimento all'aumento progressivo della spesa, sia perché l'opposizione prepara altre trappole. Alla Camera, per esempio, c'è una Pdl sui sindacati militari, ma ci potranno essere anche altre occasioni nelle quali la maggioranza potrebbe andare in tilt. "Su 30 membri Nato solo 10 hanno rispettato il 2%", ha osservato Conte. "Noi rispettiamo gli impegni internazionali, non li ho mai messi in dubbio, ma se questa curva la definiamo al 2030 definiamo un percorso di sostenibilità che fra alleati è comprensibile". La tensione resta alta, insomma.


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