Gran Bretagna, aumento di spiking e stupri nelle discoteche: migliaia di giovani scendono in piazza per protestare

Gran Bretagna, aumento di spiking e stupri nelle discoteche: migliaia di giovani scendono in piazza per protestare

Gran Bretagna, aumento di spiking e stupri nelle discoteche: migliaia di giovani scendono in piazza per protestare


28 ottobre 2021, ore 14:00

Gli studenti britannici hanno protestato contro l'aumento spaventoso dei casi di spiking - la somministrazione di droga dello stupro a vittime inconsapevoli - nei locali notturni registratosi negli ultimi due mesi

Migliaia di giovani sono scesi in piazza in Gran Bretagna per protestare contro lo spiking. Un fenomeno in crescita, che si verifica nei locali notturni, quali pub e discoteche, dove nei bicchieri delle vittime viene versata la droga dello stupro – il Rohypnol o il Gamma Hydroxybutyrate (GHB). Solo negli ultimi due mesi sono stati registrati 198 casi: le vittime sono sia uomini che donne, ma quest’ultime sono la maggioranza. A questo numero se ne aggiunge un altro: 24. Sono i casi registrati di persone drogate attraverso la pratica del needle spiking: le sostanze sono le stesse, solo che vengono inoculate attraverso una puntura. Questa è la dinamica: la ragazza o il ragazzo in questione sentono una puntura, all’improvviso, magari mentre stanno ballando, solitamente alla gamba o alla schiena. Iniziano ad avvertire dolore e un senso di prurito, poi il vuoto. Perdono conoscenza e si svegliano solamente la mattina dopo. “Non ricordo nulla. Non mi sono accorta di niente e avrebbero potuto farmi qualsiasi cosa”, è il racconto di Zara Owen, 19 anni. Quella tramite l’utilizzo di un ago è una forma di violenza ancora più subdola rispetto alla droga nel bicchiere, e che spaventa ancora di più i giovani. I moventi non sono chiari: non ci sono state infatti denunce di violenza sessuale connesse al needle spiking.

PROPOSTE E INIZIATIVE DEGLI STUDENTI

A Bristol, Birmingham e Nottingham, città universitarie, migliaia di studenti hanno deciso di boicottare i locali notturni. Si sta a casa un giorno a settimana per lanciare un messaggio: non è possibile che le donne, nel momento in cui scelgono di uscire la sera, debbano temere per la propria incolumità. La richiesta formale fatta ai gestori di bar e discoteche è di rendere questi luoghi sicuri per tutti, incrementando ad esempio i controlli all’ingresso o limitando l’accesso ai soli studenti nei locali universitari. La petizione lanciata ha ottenuto al momento 170mila firme.


L’APPELLO (SBAGLIATO) ALLE RAGAZZE

Intanto dagli atenei è stato lanciato un appello alle ragazze: “uscite in gruppo per tutelarvi e proteggervi a vicenda”. È legittimo però domandarsi se quest’ultima non sia una comunicazione sbagliata quanto radicata nella cultura dello stupro: non si agisce sui carnefici, ma si ricorda costantemente alle vittime che potrebbero fare di più per proteggersi. Intanto, molti locali hanno deciso di chiudere nella serata di ieri come segno di solidarietà. “Non mi sono mai sentita sicura”. “Educa i tuoi figli”. Sono alcune delle frasi scritte sugli striscioni alzati da chi era in piazza, ieri sera, a Manchester. Parole forti, che troppo spesso cadono nel vuoto.




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