I caccia di Putin e l'intervento dei velivoli italiani, cosa sono i Mig-31 che hanno violato lo spazio aereo NATO e gli F-35 che li hanno intercettati
I caccia di Putin e l'intervento dei velivoli italiani, cosa sono i Mig-31 che hanno violato lo spazio aereo NATO e gli F-35 che li hanno intercettati Photo Credit: ANSA FOTO
20 settembre 2025, ore 11:30
Ecco le caratteristiche dei due caccia protagonisti in Estonia dopo la violazione degli aerei russi dello spazio aereo dell'Unione Europea
ll’alba su Tallinn, quando tutto sembrava scorrere nella consueta calma, un allarme improvviso ha spezzato la quiete. I radar della NATO avevano intercettato tre MiG russi senza piano di volo né contatto radio che si erano spinti nello spazio aereo estone. Bastarono dieci minuti perché dalla base di Ämari due caccia italiani F-35 decollassero con un fragore netto, inaugurando una missione di “scramble”, la procedura d’urgenza che consente di reagire immediatamente a potenziali minacce. Una routine di sicurezza che, in pochi istanti, si è trasformata in un braccio di ferro ad alta quota tra due mondi militari diversi per concezione e tecnologia.
L'F-35, ECCO IL CACCIA MULTIRUOLO DELL'AERONAUTICA
L’F-35 Lightning II, punta di diamante della quinta generazione, rappresenta oggi il fulcro delle capacità aeree italiane. Progettato per essere polivalente, può passare dal supporto ravvicinato a missioni di bombardamento tattico o di supremazia aerea senza modificare l’assetto operativo. Dotato di tecnologia stealth e sistemi di comunicazione interconnessi con le difese terrestri, ha la capacità di monitorare aree vastissime e colpire anche senza l’ingaggio diretto, grazie alla rete di sensori e software avanzati. A differenza dei Tornado, che puntavano sulla velocità pura, l’F-35 si affida alla combinazione di invisibilità, precisione e interoperabilità. Il casco del pilota è un concentrato di innovazione: permette una visione a 360 gradi dello spazio circostante, trasformando il velivolo in un vero centro di comando volante.
IL MIG-31, DALLA GUERRA FREDDA AI GIORNI NOSTRI
Sul fronte opposto, il MiG-31 Foxhound, erede del MiG-25, è ancora oggi uno degli intercettori più veloci al mondo. Concepito durante la Guerra Fredda per inseguire bombardieri e missili nemici ad alta quota, è un gigante bimotore capace di sfiorare Mach 3. Pur meno agile nei combattimenti ravvicinati, può garantire voli supersonici anche a bassa quota e resiste a condizioni estreme grazie alla sua struttura rinforzata. La combinazione di acciaio, titanio e leghe leggere gli conferisce una robustezza eccezionale, anche se l’eccessivo calore a certe velocità rischia di comprometterne i motori. Ancora oggi resta operativo nelle forze russe e kazake, con una longevità che ne conferma l’efficacia come strumento di deterrenza.
LO "SCRAMBLE"
Lo “scramble” che ha visto protagonisti i caccia italiani rientra in una delle funzioni principali della NATO: la prontezza a reagire. Ogni velivolo sospetto che penetra senza autorizzazione nello spazio aereo alleato viene immediatamente intercettato da unità di Quick Reaction Alert, operative ventiquattr’ore su ventiquattro. I piloti hanno pochissimi minuti per decollare, raggiungere il bersaglio e verificarne l’identità. In alcuni casi, si ricorre a segnali visivi, manovre di avvertimento o comunicazioni radio dirette per riportare la situazione sotto controllo.
UN ALTRO EPISODIO DI SFIDA DELLA RUSSIA
L’episodio in Estonia è solo l’ennesimo segnale della tensione crescente nei cieli europei. Gli F-35 italiani hanno dimostrato non solo la rapidità di reazione ma anche la centralità della tecnologia nella difesa aerea moderna. Laddove i MiG-31 si affidano ancora a velocità e potenza bruta, i Lightning II puntano sulla capacità di connettere informazioni, guidare azioni coordinate e colpire con precisione chirurgica. È il confronto tra due epoche: da un lato, l’eredità sovietica di velivoli costruiti per la corsa agli armamenti; dall’altro, un sistema integrato che fa della digitalizzazione e dell’interoperabilità i suoi punti di forza. Il cielo del Baltico, per qualche minuto, è diventato il teatro di questa contrapposizione. Non si è trattato di un combattimento diretto, ma di una dimostrazione chiara: la sorveglianza aerea resta uno strumento imprescindibile per mantenere gli equilibri e garantire la sicurezza collettiva.
