I popolari e amatissimi Carmina Burana all’Arena di Verona. Con l’omaggio al maestro Ezio Bosso

I popolari e amatissimi Carmina Burana all’Arena di Verona. Con l’omaggio al maestro Ezio Bosso

I popolari e amatissimi Carmina Burana all’Arena di Verona. Con l’omaggio al maestro Ezio Bosso


13 agosto 2022, ore 16:00

Una eccezionale e unica serata quella di ieri, le note create da Carl Orff negli anni 30 sono tornate a risuonare nel Teatro all’aperto più grande del mondo

L'Arena di Verona ieri sera ha omaggiato Ezio Bosso con il monumentale concerto sinfonico e corale dei Carmina Burana, a tre anni esatti dal suo concerto areniano. Un’unica data straordinaria, e anche in questo caso RTL 102.5, la prima RADIOVISIONE d'Italia,  racconta le emozioni suscitate da questo mondo sonoro, antico e moderno al tempo stesso.

UN CAST STRAORDINARIO

Tre le voci soliste di spessore per le mirabolanti acrobazie vocali pensate da Orff. Il baritono incarnato da Mario Cassi, un ironico ultimo canto del cigno (arrostito) affidato all’acutissima tessitura di un tenore in falsetto o alla vocalità piena di un controtenore, che in questo caso è lo specialista Filippo Mineccia, al debutto areniano. Infine una voce di soprano incarna l’eterno femminino fra dolcezze e acuti astrali: per l’occasione questi brani sono interpretati dall’acclamata stella del Belcanto Lisette Oropesa, reduce da un trionfo personale come protagonista della Traviata. L’Arena di Verona ha affidato la conduzione ad Andrea Battistoni, giovane Maestro veronese dalla carriera internazionale, attualmente direttore principale della Tokyo Philharmonic, nonché prima bacchetta a portare il capolavoro di Orff in Arena. In scena l’orchestra e il Coro della Fondazione Arena di Verona, con il Coro di Voci bianche A.d’A.Mus. diretto da Marco Tonini e il Coro di Voci bianche A.LI.VE. diretto da Paolo Facincani, Maestro del Coro Ulisse Trabacchin.

LA STORIA DE I CARMINA BURANA

Si tratta di canti goliardici dei clerici vagantes del Basso Medioevo, scoperti nella biblioteca del monastero bavarese di Benediktbeuern (anticamente Bura Sancti Benedicti). Negli anni ’30 Orff scelse 24 brani in latino, provenzale, alto tedesco medio e li tradusse, il risultato è un percorso drammaturgico che inneggia all’amore e alle gioie terrene della vita. Apre e chiude il brano la celeberrima immagine della Fortuna, ruota su cui si alternano i destini dell’umanità.


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