Il 2020 è stato un annus horribilis, dodici mesi in cui la terra e gli uomini sono stati messi a dura prova

Il 2020 è stato un annus horribilis, dodici mesi in cui la terra e gli uomini sono stati messi a dura prova

Il 2020 è stato un annus horribilis, dodici mesi in cui la terra e gli uomini sono stati messi a dura prova


02 gennaio 2021, ore 16:00

L’anno che si è da poco concluso ci costringe a riflettere sul senso della nostre vite e sul senso della vita stessa

La conclusione del 2020, ribattezzato a ragione annus horribilis, induce inevitabilmente a delle riflessioni personali, oltre che di carattere universale. La straordinaria pandemia che ha colpito tutto il mondo soltanto fino a pochi mesi fa avrebbe potuto sembrarci pura fantascienza o al massimo un racconto distopico di qualche catastrofico romanziere. Abbiamo dovuto reinventare le nostre vite, abbiamo visto crollare le nostre certezze ed abbiamo vissuto, negli ultimi tempi, in un clima di costante allarme e di estrema precarietà. A ciò si deve aggiungere l’altrettanto straordinaria crisi ecologica che stiamo vivendo, palese agli occhi di tutti, anche dei più miopi. I cambiamenti climatici e le azioni sconsiderate dell’uomo hanno portato ad una serie di drammatici avvenimenti che renderanno il 2020 tristemente noto nei testi di storia.


I principali fatti che hanno sconvolto il 2020

A gennaio l’anno inizia nel peggiore dei modi, ovvero con una serie di devastanti incendi che colpiscono l’Australia e che distruggono ettari di verde, annientando miliardi di animali. A distanza di un anno dall’accaduto ancora si contano i danni. Uno studio recente evidenzia come, negli ultimi 18 anni, l’8% della rigogliosa Amazzonia - un’area grande come l’intera Spagna -sia andato perduto: la deforestazione in Amazzonia è, ad oggi, fuori controllo. Dopo un’apparente parentesi di respiro, dovuta alle restrizioni del lockdown, la terra riprende a soffrire per i danni riportati dall’inquinamento: nel 2020 l’Italia si conferma uno dei luoghi più inquinati d’Europa. Vale la pena ricordare che l’inquinamento costituisce un fattore di rischio pesante per contrarre il Covid-19 in maniera più severa. Come conseguenza al fattore inquinamento c’è quello dell’aumento spropositato delle temperature: in Antartide si sono raggiunti per la prima volta i 18.3 gradi. Collegato all’aumento incontrollato del caldo vi è quello dello scioglimento dei ghiacciai. In Africa diverse ed estese zone hanno subito una massiccia invasione di cavallette, che hanno divorato in un solo giorno una quantità di cibo utile a sfamare 90 milioni di persone - problema che ha poi colpito anche il Sud America e la Sardegna.


Dove tutto ha inizio

Se ancora ci fossero dei dubbi su dove e come possa aver avuto origine la pandemia da coronavirus, una risposta possiamo trovarla nei mercati umidi di Wuhan, in Cina, dove si commerciano animali di ogni genere, in condizioni igieniche discutibili. Il commercio illegale di animali selvatici, che il nostro Paese pochi giorni fa ha deciso di vietare, oltre che eticamente condannabile, è risultato estremamente pericoloso per la nostra salute. La pandemia, con un ormai prevedibile effetto domino, oltre che all’umanità ha portato ulteriori effetti devastanti all’ambiente. Le mascherine usa e getta si stanno accumulando ovunque, in particolare sulle spiagge e nel mare, mettendo a rischio la salute degli animali che possono ingerirle o restarvi impigliati. Inoltre, essendo composte di particelle di microplastica e nanoplastica, queste sostanze a lungo andare inquineranno le acque, finendo nella catena alimentare. Vi sarebbero altri dati allarmanti da portare alla conoscenza di tutti, quali l’estinzione certa del 50% delle specie animali e vegetali presenti ancora oggi sul nostro pianeta, ma credo che per oggi ne abbiate avuto abbastanza.

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