Il basket americano riparte da Disney World, la Nba giocherà la prima partita il 31 luglio

Il basket americano riparte da Disney World, la Nba giocherà la prima partita  il 31 luglio

Il basket americano riparte da Disney World, la Nba giocherà la prima partita il 31 luglio


05 giugno 2020, ore 21:38

In Florida a Disney World si riprende senza pubblico, la stagione prevede l’eventuale settima gara del play-off per il titolo il 12 ottobre

Dal 31 luglio al 12 ottobre, data fissata per l’eventuale gara sette della finale per l’anello. La National Basketball Association ha scelto, per portare a termine la stagione, con il voto dei proprietari, la formula a 22 squadre, contraria solo Portland, che avrebbe voluto 20 squadre e formula modello mondiale. Il commissioner Adam Silver, nel complesso piano delle partite , ha inserito anche il colpo ad effetto della prima partita, a porte chiuse, che sarà giocata a Disney World, il 31 luglio. Le squadre sono Bucks, Raptors, Celcitcs, Heat, Pacers, Sixers, Nets, Magic e Wizards a Est; Clippers, Lakers, Nuggets, Jazz Thunder, Rockets, Mavs, Grizzilies,Blazers, Pelicans, Kings, Spurs e Suns a Ovest.

Il blocco l’11 marzo, per la positività di un giocatore

Si riparte con le classifiche del momento della sospensione l’11 marzo. La partita tra Oklahoma City Thunder e Utah Jazz venne sospesa poco prima della palla a due, quando fu reso noto l’esito del tampone su Rudy Gobert, cestista francese degli Utah Jazz. Che, per ironia della sorte, qualche giorno prima, in una intervista televisiva,aveva fatto lo spiritoso sul virus e sui contagi. Ma ne era stato colpito, e non era stato aggregato al gruppo per la trasferta.   

La formula prevede anche un eventuale spareggio per andare ai play-off

Le partite da giocare di regular season sono 88, otto per ogni franchigia. Ai play-off accederanno le prime sette delle conference, l’ultima squadra sarà decisa attraverso uno spareggio tra l’ottava e la nona, ma solo se tra le due ci sarà una differenza di partite vinte inferiore a quattro. L’associazione dei giocatori, sempre rimasta in contatto con il governo del basket americano, ha dato il suo parere favorevole. Una sorta di riconciliazione dopo i momenti tesi vissuti durante le fasi della pandemia, con chi voleva giocare a tutti i costi e chi voleva lo stop immediato, prima del lockdown che il presidente Trump ha poi imposto dal 15 di marzo.

Sulla nuova stagione si annunciano nuove battaglie

Ma c’è subito un altro motivo di attrito, che nasce per le date dei training camp, i concentramenti che servono per definire gli organici, fissate il 10 novembre, e per l’inizio della stagione 20-21, quella che conduce alle probabili Olimpiadi di Tokio, al primo di dicembre. Sono provvisorie, si è affrettata a chiarire l’Nba, ma il fatto che siano state scelte senza consultare l’associazione dei giocatori ha creato nuovi malumori. Del resto, la struttura attuale del campionato professionistico americano prevede che i proventi vengano divisi a metà tra l’Nba e l’associazione dei giocatori, che quindi ha voce in capitolo in ogni scelta. In origine l’avvio la nuova stagione pareva fissata per Natale. Ma l’anticipo al primo di dicembre consentirebbe agli Stati Uniti di poter schierare professionisti nella squadra per le Olimpiadi in Giappone, formando un nuovo “dream team”. E anche ai nostri giocatori che militano nell’Nba Marco Belinelli, Danilo Gallinari e Nicolò Melli, di partecipare ai tornei preolimpici. In queste condizioni però, con una sosta molto breve tra le due stagioni, potrebbero esserci molti giocatori contrari.


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