Il Nobel per la Pace va al bielorusso Ales Bialiatski e a due organizzazioni umanitarie, una russa e una ucraina

Il Nobel per la Pace va al bielorusso Ales Bialiatski e a due organizzazioni umanitarie, una russa e una ucraina

Il Nobel per la Pace va al bielorusso Ales Bialiatski e a due organizzazioni umanitarie, una russa e una ucraina   Photo Credit: AgenziaFotogramma.it


07 ottobre 2022, ore 14:00

Un premio che va a membri della società civile che si sono distinti nella difesa dei diritti umani, nella lotta agli abusi di potere e nella denuncia di crimini di guerra.

A Oslo il premio Nobel per la Pace è andato a membri della società civile che si sono distinti nella difesa diritti umani e nella lotta agli abusi di potere. Premiati il dissidente bielorusso Ales Bialiatski e le organizzazioni umanitarie Russia's Memorial e Ukraine's Center for civil Liberties (Ccl).

IL DISSIDENTE BIELORUSSO

Detenuto dal 2020 senza alcun processo, Ales Bialiatski, 60 anni, è un attivista che dagli anni ottanta promuove la democrazia in Bielorussia. Nel 1996 ha fondato l'organizzazione Viasna, che significa Primavera, e che documenta in particolare il ricorso alla tortura sui prigionieri politici. Il suo primo arresto risale al 2011. Il comitato del Nobel sottolinea come Bialiatski non abbia mai mollato le sue battaglie nonostante le difficoltà e ne ha chiesto la liberazione al governo bielorusso. La Presidente Reiss-Andersen ha poi aggiunto: "Siamo preoccupati in modo particolare per Ales Bialiatski, che è detenuto in Bielorussia in condizioni veramente dure, preghiamo che questo premio non lo danneggi, ma speriamo che possa risollevargli il morale". La moglie dell’attivista, Natallia Pinchuk, si è detta travolta dalla "commozione" e dalla "gratitudine" per il premio che gli è stato conferito.

LA RUSSA "MEMORIAL"

Ma nella difesa dei diritti umani si sono distinte anche le due organizzazioni umanitarie premiate. La russa Memorial, fondata nel 1987, denuncia i crimini dei regimi, dapprima di Stalin, poi nelle carceri della moderna Russia. Il 5 aprile scorso il governo di Putin l’ha dichiarata "agente straniero", quindi fuori legge, e le ha intimato di chiudere. Anche se i sostenitori dell'organizzazione si rifiutano di farlo. Solo questa mattina il direttore della Biblioteca di Memorial, Boris Belenkin, era in aula al tribunale Tverskoi di Mosca, dove è in discussione l'ordine del sequestro dei beni dell'organizzazione da parte delle autorità russe. "Memorial è un'organizzazione basata sulla nozione che confrontare crimini passati è essenziale nel prevenire nuovi", ha detto la Presidente del Comitato Nobel norvegese, aggiungendo che "è la fonte più autorevole di informazioni sui russi arrestati, in prima linea per combattere il militarismo e le violazioni dei diritti umani e per un governo basato sul rispetto della legge". 


IL CENTRO UCRAINO PER LE LIBERTÀ CIVILI

Dedito alla documentazione di crimini di guerra è Il Centro ucraino per le libertà civili, fondato nel 2007. Nelle motivazioni del Nobel si legge che "dopo l'invasione russa di febbraio si è impegnato negli sforzi per identificare e documentare i crimini di guerra russi contro la popolazione ucraina". "Il centro sta svolgendo un ruolo centrale nel mettere le parti colpevoli di fronte alle responsabilità dei suoi crimini", si legge ancora sulla motivazione che ricorda come il Centro si impegnato a "rafforzare la società civile facendo pressioni per rendere l'Ucraina una piena democrazia". Una scelta, quella del Comitato del Nobel, che ricorda come la pace si costruisca nel lavoro quotidiano.


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