Il punto politico, verso il governo del Presidente

Il punto politico: verso il governo del Presidente

Il punto politico: verso il governo del Presidente


03 maggio 2018, ore 16:43

Il punto di Alberto Ciapparoni

Nell’incertezza e nella confusione che dominano ancora l’inizio della diciottesima legislatura e la formazione del nuovo esecutivo, il Presidente della Repubblica Mattarella ha optato per un altro giro di consultazioni, convocate al Colle per lunedì prossimo. Ma la soluzione del rebus-governo, in assenza di novità, resta lontana: a due mesi dal voto del 4 marzo, impossibile una maggioranza centrodestra-M5S, impossibile un’intesa M5S-Pd. Quel che è certo è la volontà del Capo dello Stato di evitare di tornare alle urne. Primo, perché senza cambiare la legge elettorale, il pericolo-stallo sarebbe di nuovo fortissimo; secondo, perché il Quirinale non vuole frenare i timidi segnali della ripresa economica, e se si vota in autunno con il risultato di una maggioranza sempre incerta, il rischio che venga sbloccato l’aumento dell’Iva è considerato molto alto, con tutte le conseguenze negative del caso: calo dei consumi, disoccupazione in aumento, ecc. 
Il Presidente insomma esige un esecutivo che sia in grado di realizzare una manovra finanziaria, che sterilizzi le famose clausole di salvaguardia sull’aumento dell’Iva. Solo dopo, quindi la prossima Primavera, in concomitanza con le elezioni Europee, verrà valutata l’ipotesi di uno scioglimento anticipato del nuovo Parlamento. Traduzione, l’unica idea reputata attualmente praticabile è quella del governo del Presidente, guidato da una personalità scelta da Mattarella che possa traghettare il Paese l’anno prossimo verso il voto. Naturalmente, anche questa è un’operazione che ha diversi interrogativi sulla effettiva riuscita: fino ad ora sia Di Maio (M5S) sia Salvini (Lega) si sono detti contrari, il che potrebbe voler dire pure in questo caso una maggioranza che non c’è. Però dalle parti del Quirinale contano su uno scatto di responsabilità di tutti i partiti e contano su una figura a cui non si possa dir di no: si parla di Sabino Cassese, noto giurista, oppure di Giorgio Lattanzi, presidente della Corte Costituzionale. Ma in realtà il nome in pole position è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, neo-presidente del Senato. E’ di Fi, perciò del centrodestra, ed è stata votata alla presidenza di Palazzo Madama anche dai pentastellati: secondo il Colle è una figura di garanzia che tutte le forze dovrebbero votare come premier di un esecutivo di tregua. Alberto Ciapparoni